Sampdoria, Gregucci verso Spezia: "Siamo all'inferno, ne possiamo uscire solo tutti uniti"

Scritto il 29/11/2025
da Redazione

"Quel che facciamo non basta, bisogna fare di più. Serve una prestazione vera, serve coraggio, consapevolezza di ciò che ci aspetta al Picco"

Angelo Gregucci, tecnico della Sampdoria, guarda con realismo alla partita del Picco contro lo Spezia. "Siamo una squadra che oggi è ancora all’inferno. Se il campionato finisse ora, saremmo retrocessi. Ma abbiamo la consapevolezza che ciò che lo Spezia ha vissuto in tre giorni, noi lo viviamo da un anno e mezzo. Questa è la realtà: quello che ci è successo lo portiamo addosso da tanto. Ci conosciamo e sappiamo l’importanza della gara. La classifica parla chiaro: oggi siamo retrocessi. Quello che facciamo non basta, bisogna fare di più. Serve una prestazione vera, serve coraggio, consapevolezza di ciò che ci aspetta domani al Picco. Tutto ciò che è stato ieri è archiviato. Dobbiamo pensare solo a una partita difficilissima".

La squadra - "Riccio è in progressione: fino all’allenamento di ieri era tra i possibili convocati. L’unica certezza è che alcuni giocatori sono indisponibili. Riccio, Ricci, Ferrari: tutti sono sotto valutazione del comparto medico. C’è ancora una seduta d’allenamento e valuteremo con attenzione. Cherubini è una risorsa della Sampdoria: nella scelta degli esterni e degli attaccanti è un giovane di qualità, capace di allargarsi, entrare dentro il campo e giocare sotto punta. Dobbiamo valorizzarlo. Coda è fondamentale per questa squadra: è un esempio per i giovani. È un professionista maturo, sa che è il momento di raschiare il barile e dare l’esempio. Ogni allenamento aggiorna la lettura su chi deve giocare. Se oggi arriva uno e fa venti rovesciate e 350 gol, gioca lui, è semplice. Conta come andiamo nell’area avversaria a spingere la palla dentro. È un parametro da migliorare: abbiamo un indice di pericolosità medio-alto, ma segnimo poco. E noi che siamo all’inferno non possiamo permetterci sbavature. Quello che altri pagano normalmente, noi lo paghiamo triplo. In ogni comportamento, atteggiamento, scelta, dobbiamo mettere davanti la Sampdoria. Ogni angolo del campo deve essere dato alla squadra".

Determinazione - A qualcuno ho detto: “Questa palla non è determinante per la partita, è determinante per il campionato”. Un contrasto non decide una gara, ti incanala verso l’inferno dantesco o verso il paradiso. Per questo serve precisione disciplinare, pulizia tecnica, carattere. Non possiamo permetterci errori".

L'avversario - "Donadoni è un uomo di sport di altissimo livello, che ho sempre ammirato. Viviamo le stesse difficoltà dello Spezia. Al di là della guida tecnica, dobbiamo essere determinati e capire che al Picco c’è tantissimo in palio. È una gara delicata, con anche la sfumatura del derby ligure. Dobbiamo rendere orgogliosi i nostri sostenitori, alzare il petto e combattere fino all’ultimo millimetro. Fuori casa non vinciamo da molto tempo: anche questo può essere un elemento emotivo per provare a fare il salto Un derby ligure può farci fare un passo in avanti: siamo una squadra che, dati alla mano, non vince in trasferta da più di un anno. Uniti o disuniti? L’esperienza dell’altra sera l’ho già archiviata: il calcio è futuro.

Gruppo - "A scuola del calcio si impara il profumo della vittoria quando ci si abbraccia. Capisci se sei parte di una squadra, di un esercito. Si sente da come stringi un compagno. Quello è il profumo della vittoria. Riconoscere quei comportamenti è ciò che distingue i gruppi vincenti. I gruppi vincenti li riconosci da lontano: da come si abbracciano, da come si incitano, dai colpi sul petto. Sono segnali? Non lo so, ma sono comportamenti di un gruppo che vuole vincere. Quando si abbracciano tutti insieme, senti la volontà di combattere uniti".