Rixi a Telenord: "Scioccato da una giunta senza visione, Genova restituirà un miliardo per opere che non vuole fare"

Scritto il 17/11/2025
da Massimiliano Lussana

Il viceministro: "O si depoliticizzano gli investimenti infrastrutturali o continueremo a discutere se un ponte o una metro siano di destra o di sinistra"

"Devo essere onesto: sono scioccato. Sono scioccato perché la giunta non ha una visione di città e Genova è la sola città che quest'anno rimanda a Roma quasi un miliardo di euro in opere che non vuole realizzare". Così Edoardo Rixi, viceministro alle Infrastrutture, nel corso del dialogo-intervista con Massimiliano Lussana nel primo del nuovo ciclo degli 'Incontri a Palazzo" di Telenord, che andrà in onda venerdì 21 novembre alle 20,40 sul canale 11 di Telenord.

Un miliardo da restituire - "Sono scioccato perché non hanno una visione di una città che deve intraprendere un percorso di crescita e garantire servizi di alta qualità ai propri abitanti, per attrarre investimenti importanti a livello internazionale. Non voglio commentare oltre. Daremo la massima disponibilità a tutti gli investimenti che vorranno fare. Certo è che Genova è l’unica città che quest’anno ci “rimanda indietro” quasi un miliardo di euro in opere che non vuole realizzare. Questo creerà problemi non solo nei rapporti con noi o con il ministero, ma anche con lo Stato, che ha criteri chiari su come devono essere utilizzati gli investimenti. Perché lasciare fermi fondi che potrebbero essere destinati a progetti di altre città? Perché rimettere in discussione interventi già programmati solo per un cambio di maggioranza politica? A mio avviso è un errore. Al ministero non l’abbiamo fatto neppure quando gli ultimi tre ministri erano tutti di centrosinistra e – lo dico sinceramente – non sempre hanno preso decisioni che condividiamo. Eppure abbiamo mantenuto gli impegni con i territori. Se non si depoliticizzano gli investimenti infrastrutturali, continueremo a chiederci se un ponte o una metropolitana siano “di destra” o “di sinistra”, come se ci fosse un disegno nascosto. Non c’è nessun disegno: c’è solo la volontà di far avanzare il Paese".

Serve un approccio non ideologico, se davvero si vuole crescere - "E questo dovrebbe essere un principio guida per una città come Genova, che è sotto-infrastrutturata e soffre gravi problemi gestionali. Serve un approccio non ideologico, se davvero si vuole crescere. Spero che presto lo si comprenda. Mi è capitato, invece, di assistere a colloqui surreali, nei quali mi si diceva che una metropolitana come quella della Val Bisagno avrebbe fatto diminuire il valore delle case. Quando in tutta Europa – anzi, nel mondo – l’arrivo della metropolitana fa aumentare il valore immobiliare, non certo il contrario. In questa città, che spesso usa il conflitto come forma di costruzione del consenso, questo atteggiamento diventa un problema serio. Mi auguro che sulle grandi opere non succeda lo stesso. Ma lo ripeto: sono molto preoccupato. Genova ha una grande responsabilità: è il primo scalo del Paese e l’unico sistema portuale italiano in grado di competere con l’Europa centro-occidentale, mentre Trieste presidia l’accesso ai mercati dell’area orientale".