Divisi su molte visioni, entrambi hanno concordato sull’importanza di investimenti mirati e sulla necessità di soluzioni concrete e partecipate
Il dibattito a Telenord tra Davide Falteri (Vince Genova) e Marco Mesmaker (M5S) si è concentrato principalmente sulla situazione dei lavoratori dell’Ilva e sulle prospettive industriali della città, fino alla situazione di Amt. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della tutela dei lavoratori, ma hanno proposto visioni differenti su come integrare l’acciaio nello sviluppo complessivo di Genova.
Falteri ha insistito sulla necessità di superare la contrapposizione tra produzione siderurgica e altre opportunità industriali. Ha ricordato che la città dispone di aree strategiche – circa un milione di metri quadrati – che potrebbero ospitare attività collegate al porto, alla logistica e all’alta tecnologia, senza escludere del tutto l’acciaio. Secondo lui, occorre costruire un progetto di sviluppo che valorizzi le competenze dei lavoratori dell’Ilva in nuovi settori, come l’eolico offshore o la manifattura tecnologica, evitando di continuare a legare Genova esclusivamente a Taranto. Ha sottolineato che la politica industriale nazionale negli ultimi vent’anni è stata carente, e che per Genova è fondamentale prendere decisioni autonome e lungimiranti.
Mesmaker, invece, ha evidenziato la responsabilità diretta della politica nella gestione della crisi industriale. Ha criticato il governo per la mancanza di soluzioni concrete negli ultimi anni, e ha auspicato interventi immediati dello Stato, anche tramite la nazionalizzazione, per garantire continuità e sicurezza ai lavoratori. Ha rimarcato il ruolo strategico dell’acciaio a livello nazionale e la necessità di una politica industriale coerente, sottolineando che la politica non può limitarsi a delegare le decisioni al mercato o ai privati.
Il confronto si è poi esteso alla gestione delle infrastrutture cittadine, in particolare al bilancio di Amt e alla riorganizzazione del trasporto pubblico. Mesmaker ha denunciato scelte gestionali precedenti poco lungimiranti, con conseguenze finanziarie negative per il Comune, e ha sostenuto la necessità di trasparenza e di un piano di risanamento. Falteri, pur riconoscendo i problemi, ha difeso alcune decisioni passate come tentativi di modernizzare la città e ha sottolineato le difficoltà intrinseche di gestire un trasporto pubblico in una città con un territorio complesso come quello genovese.
In sintesi, il dibattito ha messo in luce due approcci complementari: da una parte l’urgenza di interventi concreti per salvaguardare l’occupazione e l’eccellenza industriale, dall’altra la necessità di una visione strategica per diversificare e sviluppare il tessuto produttivo della città, integrando l’acciaio con nuove opportunità economiche.
Nel dibattito, la discussione si è concentrata sul futuro delle infrastrutture e del trasporto pubblico genovese. Falteri ha sottolineato la necessità di un “salto di paradigma infrastrutturale” per rendere Genova una città più europea, evidenziando l’importanza di utilizzare i fondi PNRR per progetti strategici, anche assumendosi il rischio di eventuali difficoltà nella rendicontazione. Ha criticato la precedente amministrazione per aver sprecato opportunità, sostenendo che l’approccio alla gratuità del trasporto pubblico senza una visione infrastrutturale ha limitato lo sviluppo della città.
Per quanto riguarda Amt, Mesmaker ha ribattuto richiamando l’attenzione sulla gestione finanziaria e sulla giustizia sociale, evidenziando come la gratuità debba essere modulata in base all’Isee dei cittadini, per rispettare il principio costituzionale che ogni cittadino contribuisca secondo le proprie possibilità. Ha sottolineato la necessità di bilanci onesti e trasparenti e ha contestato alcune scelte infrastrutturali della precedente giunta, in particolare il progetto dello Sky Metro, ritenuto poco efficace nel favorire l’uso del trasporto pubblico.
Entrambi hanno comunque concordato sull’importanza di investimenti mirati, sottolineando le difficoltà della città nel collegamento tra centro e periferie, come Molassana e la Valbisagno, e la necessità di soluzioni concrete e partecipate. Falteri ha difeso l’uso dei fondi per filobus e altre infrastrutture, sostenendo che “è meglio avere gli investimenti e sviluppare la città piuttosto che rinunciare e rallentare la crescita”. Mesmaker ha ribadito che ogni progetto deve garantire equità e sostenibilità finanziaria, senza dimenticare i bisogni dei cittadini.
In sintesi, il dibattito ha messo a fuoco il contrasto tra visione infrastrutturale e attenzione alla gestione economica e sociale, con un comune obiettivo: migliorare la mobilità e lo sviluppo urbano di Genova senza perdere di vista l’efficienza e l’equità.
