La sperimentazione verrà realizzata a costo zero grazie alla collaborazione dei centri antiviolenza Mascherona e Per non subire violenza
Partirà da quattro scuole dell’infanzia e coinvolgerà 300 bambini tra i 3 e i 5 anni il primo percorso di educazione sessuo-affettiva promosso dal Comune di Genova con la collaborazione dei centri antiviolenza. La sperimentazione è stata presentata a Palazzo Tursi dalla sindaca Silvia Salis e dall’assessora alla Scuola Rita Bruzzone nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’avvio è previsto per gennaio 2026 nelle scuole Santa Sofia nel centro storico, Firpo e Mazzini a Sampierdarena e Monticelli al Lagaccio.
“C’è ancora chi sostiene che l’educazione sessuo-affettiva a scuola non serva o che debba essere lasciata esclusivamente alle famiglie. Ci vuole coraggio per dirlo, con l’aria che tira nel Paese – afferma la sindaca Salis –. Noi pensiamo invece che lo Stato abbia la responsabilità di educare e che il sindaco debba essere il primo a dare un segnale. Questo progetto è un piccolo passo, ma oggi rappresenta un grande messaggio”.
La sperimentazione verrà realizzata praticamente a costo zero grazie alla collaborazione dei centri antiviolenza Mascherona e Per non subire violenza, e prevede il coinvolgimento diretto delle famiglie. “Lo sottolineiamo per evitare polemiche – spiega l’assessora Bruzzone – così come ribadiamo che educazione sessuo-affettiva non significa insegnare ai bambini cosa sia il sesso, ma aiutarli a sviluppare consapevolezza di sé, del proprio corpo e del valore delle differenze”.
In molte scuole dell’infanzia genovesi, così come in numerosi istituti primari e secondari, progetti simili sono già attivi, ma spesso dipendono dalla buona volontà degli insegnanti. “Ora vogliamo mettere a sistema queste competenze almeno nelle scuole comunali – conclude Bruzzone – avviando un percorso strutturato che superi le iniziative isolate”.
