Landini insulta Meloni: "Cortigiana". Rosso (FdI): "Salis abbia un moto di orgoglio e prenda le distanze"

Scritto il 16/10/2025
da R.S.

L'espressione ingiuriosa del leader Cgil fa insorgere il centrodestra e anche Calenda e alcuni riformisti del Pd

Maurizio Landini, segretario generale Cgil, definisce Giorgia Meloni "cortigiana di Trump" e la definizione, espressa in uno studio televisivo, induce il presidente del Consiglio a una reazione affidata ai social: "Il segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, evidentemente obnubilato da un rancore montante (che comprendo), mi definisce in televisione una “cortigiana”. Penso che tutti conoscano il significato più comune attribuito a questa parola, ma, a beneficio di chi non lo sapesse, ne pubblico la prima definizione che si trova facendo una rapida ricerca su Internet. Ed ecco a voi un’altra splendida diapositiva della sinistra: quella che per decenni ci ha fatto la morale sul rispetto delle donne, ma che poi, per criticare una donna, in mancanza di argomenti, le dà della prostituta".

"Ho immediatamente chiarito cosa intendevo dire per evitare qualsiasi fraintendimento o strumentalizzazione", controreplica Landini, senza però arrivare a quelle scuse richieste non solo dal centrodestra, ma anche dall'ala riformista del Pd. Tace anche Elly Schlein, chiamata in causa dagli esponenti della maggioranza e interpellata dai cronisti alla fine di un convegno proprio su "Donne, diritti e violenza maschile" al Senato.

Matteo Rosso, segretario regionale di FdI, chiama in causa invece la sindaca di Genova Silvia Salis: "A Giorgia Meloni il più grande sindacato d’Italia ha appena dato, per bocca del suo segretario, della prostituta. L’On. Lella Paita ha detto che così si permette alla Premier di fare la vittima. Maurizio Landini ha detto che cortigiana non è un insulto, ignorando anche il vocabolario della lingua italiana. Questa è la sinistra che governa Genova, quindi chiedo al Sindaco Silvia Salis se intende prendere le distanze oppure no” così l’On. Matteo Rosso coordinatore regionale di FdI commenta l’insulto rivolto alla Premier Giorgia Meloni.

Nel centrodestra si levano altre voci. Quello del segretario della Cgil è un "linguaggio volgare e sessista che dimostra l'incapacità di certi uomini ad avviare un cambiamento culturale affinché la donna sia più considerata come un essere inferiore", dice il vicepremier Antonio Tajani, mentre per Guido Crosetto, Landini "confonde la libertà di espressione con la libertà di insulto". Si tratta di "parole da osteria" che offendono pure "la storia del sindacato", rincara la dose la sottosegretaria Wanda Ferro mentre pure Carlo Calenda invita Landini a "cambiare registro" e a occuparsi "di Stellantis, Ilva o bollette", perché "non è con gli insulti che la sinistra batterà la destra". Gianni Berrino, senatore ligure di FdI, osserva: "Il linguaggio utilizzato dal segretario della Cgil Maurizio Landini nei confronti del presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intollerabile. Darle della cortigiana di Trump travalica i limiti del confronto politico perché lede la dignità di una donna che ricopre un incarico istituzionale importante. È un’espressione oltremodo grave, in quanto svela l’ipocrisia di una sinistra che si riempie la bocca di slogan femministi. Dal momento che Landini ha indetto per il 25 ottobre l’ennesima manifestazione contro, non si sa per quale motivo visto che la manovra dovrà essere ancora approvata, appare evidente che il suo vero obiettivo sia quello di innalzare le tensioni sociali per meri fini politici. Se Landini ha davvero ambizioni politiche, faccia un gesto di serietà, si dimetta da segretario della Cgil e si candidi a segretario del Pd, così da mettere alla prova le sue capacità di fare opposizione al presidente Meloni in un contesto istituzionale e non di scontro continuo. Basta con questo teatrino irresponsabile che mette a rischio la coesione sociale e la sicurezza dei cittadini. È tempo di scegliere da che parte stare: con le istituzioni o con la divisione".


Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, osserva: "Siamo alle solite. Landini usa parole fuori luogo e sbagliate. Meloni, a cui va la nostra solidarietà, sfrutta comunicativamente l'attacco e si mette nella consueta modalità vittima. Così la CGIL ha visibilità, la Meloni ha consenso. E, come al solito, non si parla di tasse, stipendi e costo della vita. Ma proprio nessuno ha voglia di parlare insieme a noi dei problemi reali degli italiani?".