"Abbiamo messo nero su bianco i rischi paesaggistici e ambientali legati al progetto" dicono i due pentastellati
Il MoVimento 5 Stelle prende una posizione netta contro il progetto del parco eolico sul Monte Chiappa, al confine tra i comuni di San Bartolomeo al Mare, Villa Faraldi (IM) e Andora. L’iniziativa, che prevede l’installazione di sette aerogeneratori alti 180 metri per una potenza complessiva di 29,4 MW, viene definita dal M5S “inaccettabile” a causa delle gravi criticità ambientali e paesaggistiche che comporterebbe.
Per Stefania Scarone, coordinatrice provinciale del M5S Savona, il progetto rappresenta l’ennesima forzatura calata dall’alto su territori fragili. “Nel savonese si sta assistendo a un accanimento nei confronti del territorio, con una proliferazione di progetti eolici speculativi che non rispettano il principio di equa distribuzione. L’esempio più recente è quello di Cravarezza, che coinvolge i Comuni di Altare, Calice Ligure, Mallare e Orco Feglino. Ma ci sono anche i progetti di Bric Surite, Quiliano e Piccapietre. Con oltre il 90% degli impianti eolici liguri concentrati nella nostra provincia, è evidente che manca una pianificazione seria. Stiamo sacrificando l’identità paesaggistica e turistica della Val Bormida e dell’entroterra savonese sull’altare del profitto privato”.
Scarone critica anche le modalità con cui vengono portati avanti questi progetti, accusando una mancanza di trasparenza e una sottovalutazione dell’impatto ambientale reale: “La transizione energetica non può diventare sinonimo di devastazione. Serve un piano regionale che individui aree davvero idonee, con criteri oggettivi e condivisi. Non possiamo continuare con la giungla autorizzativa che ha caratterizzato questi anni”.
Sulla stessa linea Lorenzo Trucco, coordinatore provinciale del M5S Imperia, che ha inviato alla Regione Liguria un dettagliato elenco di osservazioni critiche tramite posta certificata. “Abbiamo messo nero su bianco i rischi paesaggistici e ambientali legati al progetto, tra cui l’impatto sulle falde acquifere, il pericolo di incendi in zone impervie e il mancato rispetto delle distanze dai centri abitati. Le nuove strade necessarie per il trasporto degli aerogeneratori comprometterebbero in modo irreversibile habitat naturali e la geomorfologia dell’area”.
Secondo il M5S, la mobilitazione popolare dimostra quanto il progetto sia contestato. “Ora la Regione non potrà ignorare le centinaia di osservazioni presentate da cittadini, comitati e amministrazioni. È il momento di dire basta a un modello invasivo e miope: l’energia pulita non può essere sporca di arroganza e disprezzo per i territori”, concludono Scarone e Trucco.