"Campagna denigratoria senza precedenti, totale infondatezza e non veridicità delle accuse"
Ilaria Gavuglio, ex dg Amt licenziata per giusta causa dal cda presieduto da Federico Berruti, risponde alle contestazioni facendo conoscere la sua versione. Ecco il testo del comunicato.
La sottoscritta dott.ssa Ilaria Gavuglio, in riferimento alla contestazione disciplinare ricevuta il 10 novembre 2025 ed al successivo provvedimento di risoluzione del rapporto lavorativo con AMT ma, soprattutto, in ragione delle copiose dichiarazioni giornalistiche che l’hanno vista, suo malgrado, oggetto di una campagna denigratoria senza precedenti, intende chiarire pubblicamente la propria posizione, evidenziando la totale infondatezza e non veridicità delle accuse che le sono state mosse dall’attuale CDA di AMT.
Senza entrare nel merito di quelle che saranno le valutazioni giuridiche che atterranno agli aspetti processuali, si rendono tuttavia necessari alcuni chiarimenti anche per dare voce a chi ha ritenuto da sempre di lavorare per il bene dell’azienda e non certo per strumentalizzazioni politiche che sembrano invece interesse di altri soggetti.
1. Innanzitutto, appaiono quanto meno anomale le tempistiche delle contestazioni mosse alla mia persona, dal momento che i dati, da cui traggono il loro “convincimento”, risultavano a disposizione dell’azienda da molto tempo.
Non solo.
2. Nell’ultima assemblea di AMT tenutasi il 23 luglio scorso (nessuna assemblea, nel frattempo, si è tenuta sui punti precipui alle contestazioni), il Comune di Genova, nella persona della Sindaca Salis, presente in assemblea, ringraziava il consiglio di Amministrazione di cui io ero Presidente, per il lavoro e l’impegno profuso, oltre che approvare le linee guida presentate dal medesimo consiglio di amministrazione.
3. Pur ribadendo la mia totale lealtà all’azienda per il solo fatto di aver chiesto approfondimenti in merito alle decisioni procedurali e a valutazioni contabili mai comunicate in tempo utile nonostante il mio ruolo, mai sottoposte al dibattito assembleare e che ritenevo potessero anche essere foriere di danni ingenti per l’azienda, soprattutto in termini di finanziamenti, sono stata oggetto di licenziamento e inauditi attacchi mediatici.
4. Non credo sia mai capitato che gli atti di un procedimento disciplinare di un’azienda fossero mandati contestualmente al lavoratore e alla stampa ancor prima che lo stesso procedimento fosse completato.
5. Si possono ben comprendere quali realmente fossero i veri intendimenti se si considera che gli addebiti a me mossi (si badi solo a me, come se AMT non avesse un consiglio di amministrazione, un revisore ed un collegio sindacale) trarrebbero il loro convincimento da una relazione con disclaimer ed esoneri di responsabilità, e diventa facile sospettare che si sia trattato più di un attacco politico che altro.
6. Palese, quindi, la volontà di strumentalizzare il metodo semplice e rapido del mio licenziamento rispetto a lunghi percorsi assembleari e processuali, la cui correttezza verrà valutata da un giudice dopo che i miei legali avranno depositato tutti gli atti necessari, ivi compreso l’esposto alla Corte dei Conti che, da libera cittadina, posso finalmente depositare.
7. Nel merito alle contestazioni che mi sono state mosse, al momento evidenzio come oltre che diffamatorie e calunniose nei miei confronti saranno smentite nelle sedi meglio ritenute alla luce della loro temerarietà.
8. Basti qui ribadire come al di là di numeri privi di riscontri oggettivi utili (il bilancio ad oggi non è stato ancora approvato), gli stessi siano smentiti non dalla sottoscritta ma dai revisori dei conti e dal collegio sindacale, che ha messo nero su bianco l’incoerenza del piano “liquidatorio” (perché di questo si tratta) e le critiche puntuali allo stesso in termini di rapporto col sistema bancario e destino dei fondi comunitari.
Si riporta di seguito un estratto puntuale della precitata analisi della situazione economica-patrimoniale di AMT elaborata da PWC e già riportata in qualche articolo di stampa:
“Le attività da noi svolte sono finalizzate a riportare le informazioni fornite dalla Società, derivanti principalmente da interviste. Di conseguenza, lo scopo di questo documento non è quello di fornire alcun tipo di garanzia sulle informazioni riportate. Non abbiamo effettuato alcuna attività di revisione né di validazione delle informazioni ottenute e, pertanto, non assumiamo alcuna responsabilità in merito alla correttezza, completezza e accuratezza delle informazioni forniteci dalla Società.
I dati e i numeri riportati in questo documento sono da considerarsi provvisori e soggetti a revisione, pertanto tali valori e risultanze potrebbero essere suscettibili di ulteriori variazioni anche significative in fase di consolidamento definitivo.”
9. La strumentalizzazione prettamente politica della vicenda si evince anche dal fatto che alla sottoscritta, direttore generale nominato da pochi mesi, sia stato contestato il piano tariffario adottato dall’azienda all’interno di un processo condiviso con tutti gli Enti coinvolti.
Del resto da sempre l’azienda è sempre stata al corrente di ogni passo aziendale, come dimostrano l’assemblea dei soci del 23 luglio 2025, le numerose note e relazioni, come la Relazione Previsionale Aziendale redatta e inviata agli Enti su mandato del Consiglio di Amministrazione, e le risposte protocollate e documentate alle richieste di chiarimenti.
10. Se poi, come parrebbe da alcune dichiarazioni, si ritiene di svalutare quasi 100 milioni di crediti dovuti in ragione delle sanzioni pecuniarie, in dissenso rispetto ai dettami normativi ed alla giurisprudenza della Corte dei Conti, ciò attiene alle scelte aziendali. Il precedente management da me coordinato e diretto ha ritenuto, invece, di istituire un ufficio dedicato al recupero crediti, internalizzando il processo e incrementando l’efficacia delle riscossioni, con dati dettagliati sulle notifiche (mai effettuate prima) e sui pagamenti delle ordinanze di ingiunzione.
