Ex Ilva, il governo riconvoca i sindacati il 18 novembre. Landini: “Serve intervento pubblico”

Scritto il 13/11/2025
da R.C.

Il governo convoca nuovamente i sindacati, che accusano il ministro Urso di aver presentato un piano definito “di morte” per l’acciaieria

Il governo prova a ricucire lo strappo sull’ex Ilva e riconvoca i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm a Palazzo Chigi per il 18 novembre. L’obiettivo, spiegano fonti di Palazzo Chigi, è “proseguire il confronto e riprendere il dialogo sulle prospettive occupazionali dei lavoratori”.

I sindacati, però, attaccano duramente il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, accusato di “tradimento” per aver presentato un piano di decarbonizzazione definito “un piano di morte” per l’acciaieria di Taranto, con fino a 6.000 lavoratori in cassa integrazione. “Eravamo stati convocati per discutere il piano di agosto, ci hanno mostrato un piano di chiusura”, denunciano i segretari generali Uliano (Fim), De Palma (Fiom) e Palombella (Uilm), chiedendo l’intervento diretto della premier Giorgia Meloni.

Nel question time alla Camera, Urso parla di “sfida difficile” ma assicura che “sono tre i potenziali player interessati all’ex Ilva” e che il governo ha agito “in piena trasparenza”. Tuttavia, le sigle metalmeccaniche ribadiscono che “oggi non esistono pretendenti all’altezza” e che “lo Stato deve assumere un ruolo imprenditoriale per risanare e rilanciare il gruppo siderurgico”.

Anche il leader della Cgil, Maurizio Landini, chiede un intervento pubblico nella futura società proprietaria dell’impianto. “Oggi non ci sono alternative allo Stato”, ribadiscono i sindacati, sottolineando che una delle due offerte arrivate dai fondi americani ammonterebbe “a un solo euro”.

Le assemblee dei lavoratori, convocate tra venerdì e lunedì, decideranno le forme di mobilitazione. Martedì 18, nuovo tavolo a Palazzo Chigi.