Genoa, 20 anni senza Franco Scoglio: vi racconto il mio amico Professore

Scritto il 02/10/2025
da Claudio Onofri

Il 3 ottobre ricorrono 20 anni dalla scomparsa di Franco Scoglio, detto il Professore, allenatore del Genoa a più riprese e personaggio del calcio italiano. Abbiamo chiesto una testimonianza diretta a chi lo ha conosciuto bene, da vicino, sia come tecnico che come uomo, ovvero Claudio Onofri, suo stretto collaboratore e poi amico.

di Claudio Onofri

Chi è gran nemico, è anche grande amico. Chi non sa fingersi amico, non sa esser nemico. Queste le frasi che potrebbero raccontare il mio rapporto iniziale e finale col Prof. Franco Scoglio. Faccio parte della dirigenza Genoa e avviene l'esonero di Reja allenatore della Prima Squadra. Chi se non Franco può e deve essere chiamato a sostituirlo!? Lui che anni prima aveva lasciato una traccia indelebile nel cuore dei tifosi rossoblu, campionato 1988/89 primo posto in serie B e undicesimo posto anno successivo in serie A.

Il Pres. Scerni gli propone d'acchito il mio nome come secondo. Lui che non mi conosceva come persona e caratterialmente non era propenso a "lavorare" con gente nota nell'ambiente e tantomeno con uno che fino a due anni prima aveva fatto il suo mestiere. Io invece accetto immediatamente in quanto ritenevo quello il mio ruolo ideale in quanto quel "lavoro" mi piaceva un sacco ma non sopportavo la complicazione dell'essere responsabile in primis di eventuali risultati negativi in generale ma soprattutto della mia squadra del cuore e sono veramente dispiaciuto del non consenso del Prof. che poi sarebbe diventato Franco per me.

Beh la Società riesce a convincerlo e andiamo in ritiro laddove i primi giorni sembra consolidarsi il suo scetticismo nei miei confronti. Beh dopo un mese circa prima di un allenamento a Pegli parla alla squadra iniziando il discorso in maniera normale cioè "ragazzi da tutti voi io voglio, anzi pretendo concentrazione, attenzione, aggressività"... ma il finale è speciale... e "l'onestà di questo signore", indicandomi con il dito.

Da quel momento in poco tempo sono diventato non un collaboratore, ma il miglior amico di Franco Scoglio sul quale, passando al lato tecnico, mi ero fatto un'idea non idilliaca sul suo modo di espletare la professione, pensando che il suo lato migliore fosse la comunicazione non solo con i giocatori ma anche e soprattutto con la "platea".  Supposizione che nel giro di pochi giorni mi sono completamente tolto dalla testa.

Metodologia d'allenamento fenomenale per i tempi, diversa magari dal mio idolo del momento, Arrigo Sacchi che avevo seguito un mese intero a Parma grazie all'invito di Riccardo Sogliano, ma egualmente innovativa e produttiva. In una delle prime partite in trasferta seduto in panchina con lui rimasi estasiato dallo spartito che era riuscito a trasmettere nella testa, nelle gambe e nei piedi degli undici scesi in campo e alla fine della gara vittoriosa ci siamo abbracciati come due amici che si conoscevano da anni.

La sua scomparsa oltre a privare il calcio di un grande Mister (termine che lui odiava, voleva essere chiamato allenatore in italiano) mi ha addolorato perché se n'era andato un compagno di vita, strano, a volte eccessivamente duro ma intelligente e nel privato affettuoso.

Io caro Prof. ti voglio ancora tanto tanto bene!