Cresce la tensione nel Ponente genovese attorno alla possibile realizzazione di un forno elettrico nell’area ex Ilva di Cornigliano. A lanciare un appello chiaro sono i CIV (Centri Integrati di Via) dei quartieri interessati, che denunciano l’assenza di confronto con il territorio e chiedono che le scelte sul futuro dell’area non vengano imposte senza un processo di partecipazione reale.
"Una decisione che, se confermata, rischia di segnare ancora una volta il destino di un territorio che da decenni subisce servitù industriali senza mai beneficiare di reali prospettive di crescita e sviluppo", afferma Massimo Oliveri, presidente del CIV di Cornigliano.
Il dibattito è stato riacceso dopo l’annuncio della sindaca Silvia Salis in occasione della recente visita del ministro Urso, ma secondo i CIV finora tutto si è svolto senza un vero coinvolgimento delle realtà economiche e sociali del Ponente: nessun tavolo di ascolto, nessuna consultazione con commercianti, cittadini o operatori locali.
"Cornigliano non è una zona sacrificabile" - "Cornigliano e il Ponente meritano rispetto", sottolineano i CIV, "non possono essere trattati come un’appendice sacrificabile della città, destinata solo a ospitare impianti e infrastrutture impattanti". I rappresentanti dei commercianti chiedono investimenti, riqualificazione e una visione chiara per il futuro, non "nuove servitù calate dall’alto".
Anche Confcommercio Genova prende posizione per voce del presidente Alessandro Cavo, che invita a collocare la questione in una cornice nazionale:
"L’industria dell’acciaio è strategica per il nostro Paese e la realizzazione di impianti innovativi deve inserirsi in un piano complessivo, con obiettivi chiari e investimenti certi da parte del Governo. Non si possono accettare nuove servitù industriali senza un metodo chiaro, condiviso e rispettoso delle comunità".
Un appello per un piano condiviso - Sia i CIV che Confcommercio ribadiscono che ogni decisione deve passare attraverso un reale processo di ascolto, coinvolgendo cittadini, operatori economici e istituzioni locali. Serve una strategia di sviluppo territoriale che vada oltre la logica delle servitù industriali e punti su innovazione, tutela ambientale e valorizzazione urbana.
"Il futuro di Cornigliano e del Ponente non può essere deciso senza Cornigliano e senza il Ponente", concludono i CIV. "Serve un metodo partecipato e trasparente, capace di trasformare una scelta industriale in una vera occasione di crescita per il territorio".