Genova entra nell’ecosistema Inhuse: nuovo incubatore per start up innovative

Scritto il 12/11/2025
da Redazione

Il nuovo hub genovese di Inhuse sosterrà start up locali e internazionali, con spazi di coworking, networking e investimenti mirati

Inhuse continua a rafforzare la propria rete di supporto per le start up innovative: l’ultimo passo è il lancio ufficiale della sede genovese, inaugurata ieri con un incontro pubblico. L’incubatore, nato a Caserta nel 2020 dall’imprenditrice Anna Galdieri, ha sviluppato in pochi anni una rete di 12 hub sul territorio nazionale più un ufficio a Bruxelles, diventando un punto di riferimento per le imprese emergenti del Sud Italia.

L’obiettivo dell’hub genovese, diretto da Stefano Repetto – già alla guida di Workspace Italia – è ambizioso: entro giugno 2026 ospitare 20 start up e gestire un totale di 2 milioni di euro in investimenti a sostegno delle nuove imprese. Tra le start up già in attività sul territorio c’è Firmodoc, che con la sua piattaforma di archiviazione documentale basata su intelligenza artificiale ha già raccolto 200mila euro in fase pre-seed e punta a completare un round da 300mila euro per entrare sul mercato.

In Liguria, Inhuse ha scelto Workspace Italia come partner strategico per offrire servizi di coworking, uffici e spazi per eventi corporate, grazie anche alla recente joint venture con Space4business. “La nostra intenzione è creare una società partecipata da Inhuse, Workspace e altri attori locali, con l’obiettivo di rafforzare l’ecosistema innovativo della città”, spiega Repetto.

Il nuovo hub genovese sarà inoltre protagonista di eventi internazionali: nei prossimi giorni ospiterà una start up finalista dell’International Pitch Night 2025 di Lisbona, evento globale dedicato alla tecnologia e all’innovazione, in cui l’Italia sarà rappresentata con un padiglione coordinato dall’ICE e ospitante 35 start up italiane.

Non solo in Italia: Inhuse guarda all’internazionalizzazione con nuove aperture previste al Cairo, a Riad e a Dubai entro i primi mesi del 2026. Queste sedi, pur mantenendo autonomia operativa, saranno partecipate al 51% dall’incubatore italiano, con l’obiettivo di creare un network di supporto per le start up del Mediterraneo, Medio Oriente e Nord Africa.