Oltre all’assunzione di personale, i fondi Pnrr sono stati utilizzati anche per i 424 bandi a cascata destinati alle imprese
Dal 9 novembre 2022 al 20 maggio 2025, in Italia è stato speso solo il 44% degli 8,5 miliardi di euro del Pnrr destinati a rafforzare il trasferimento tecnologico tra università, enti di ricerca e imprese. La maggior parte delle risorse, circa il 60%, è stata utilizzata per il personale, con oltre 12mila nuovi ricercatori assunti, di cui il 47% donne.
La disparità territoriale è evidente: nel Centro-Nord la spesa rendicontata raggiunge il 68,7%, mentre nel Sud appena il 31,3%. Tuttavia, il rapporto tra nuove reclute e addetti totali alla ricerca è più elevato nel Mezzogiorno, con un valore medio del 4,1% che sale al 5,6% nelle isole, contro il 2% del Nord e il 2,5% del Centro.
La Sicilia guida la classifica regionale per numero di iniziative attive (12), seguita da Campania, Lazio e Lombardia (9). Alcune regioni, come Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta, non registrano iniziative, mentre Basilicata e Calabria ne hanno soltanto una.
Oltre all’assunzione di personale, i fondi Pnrr sono stati utilizzati anche per i 424 bandi a cascata destinati alle imprese, per un valore di circa 822 milioni di euro. Tuttavia, la sostenibilità del modello resta incerta: molte assunzioni sono a tempo determinato e non sono previste risorse strutturali per garantire continuità occupazionale nel settore pubblico e privato.
Per quanto riguarda i settori, il maggior numero di finanziamenti (30,3%) è stato destinato alla transizione digitale e all’aerospazio, seguito da clima ed energia (20,6%). I dati sono ancora parziali: il processo di rendicontazione si concluderà il 31 dicembre 2026, con una concentrazione delle spese prevista negli ultimi mesi del prossimo anno.
La relazione, giunta alla quinta edizione, è stata realizzata da tre istituti del Cnr con il contributo dell’Area Studi Mediobanca. Gli autori sottolineano come il settore della ricerca in Italia sia tra i più capaci di impegnare i fondi disponibili, nonostante la lentezza nell’erogazione complessiva.
