"Sui libri sventola bandiera bianca": Giuseppe Cesaro, scrittore ligure, smette di pubblicare romanzi e torna a fare il 'ghost writer' per altri

Scritto il 01/07/2025
da R.S.

"Ho lottato per quasi trent’anni e ho perso. A questo punto, non mi resta che prendere atto della situazione e arrendermi"

Con l’uscita del memoir Fatico a ricordare il tuo viso. E, ancora di più, la tua voce (La nave di Teseo), Giuseppe Cesaro annuncia la fine del suo percorso come autore in prima persona. Un commiato lucido e doloroso, che non è una resa alla scrittura, ma al sistema editoriale italiano. “Non smetterò di scrivere, ovviamente. Non ci riuscirei. Scrivevo molto tempo prima di cominciare a pubblicare. Scriverò anche dopo”.

Dopo quasi trent’anni di carriera, Cesaro decide di “sventolare bandiera bianca”, ma lo fa con uno sguardo critico e appassionato, che restituisce uno spaccato impietoso dell’editoria contemporanea, affollata e spietata, dove “pubblicare” e “essere letti” sono ormai due verbi che raramente si coniugano insieme.

“C’è qualcosa di distorto – per non dire folle – in un’editoria che pubblica 85mila titoli nuovi ogni anno. Più di 230 al giorno. Quasi 10 ogni ora.”

In un mercato dominato dalla sovrapproduzione e dall’impossibilità oggettiva di promuovere ogni novità, Cesaro fotografa con amarezza un panorama dove sopravvive solo chi ha già visibilità. Non si cercano più penne, ma volti. Le case editrici puntano sui personaggi noti – attori, chef, sportivi, influencer – capaci di attirare lettori grazie alla propria popolarità. Il resto? Silenzio.

“Le facce ci mettono la faccia, appunto, il ghost ci mette la penna, l’editore benedice il matrimonio, la macchina della propaganda fa il resto. Et voilà les jeux sont faits.”

Eppure, Cesaro non è solo un autore che getta la spugna. È anche un ghostwriter di lunga data, uno dei tanti "fantasmi" che hanno firmato per altri alcuni dei libri più letti in Italia, contribuendo al successo altrui con una voce invisibile ma efficace. “Quel fantasma […] ha avuto vendite e riconoscimenti che io non avrò mai”.

Questa scelta, per quanto radicale, non è frutto di rabbia o disillusione improvvisa. È la conclusione lucida di una battaglia combattuta per decenni in un sistema in cui, ammette l’autore, “non ci sono alternative praticabili” per chi non appartiene a certi circoli o non gode di appoggi e visibilità.

“Nel mio infinitamente piccolo, ho lottato per quasi trent’anni e ho perso. A questo punto, non mi resta che prendere atto della situazione e sventolare bandiera bianca.”

Un ritiro dal fronte, dunque, non dal mestiere. Un addio all’autorialità visibile, non alla scrittura. Perché se da una parte Fatico a ricordare il tuo viso. E, ancora di più, la tua voce chiude simbolicamente la trilogia personale cominciata con Indifesa (2018) e proseguita con 31 Aprile. Il male non muore mai (2021), dall’altra segna anche un ritorno al silenzio produttivo del ghostwriting. “Ritornerò ghost. [...] Lui andrà avanti, dunque. Io, invece, mi fermerò qui.”

Un ultimo atto, dunque, ma non una resa definitiva: Cesaro non smette di credere nella scrittura, ma smette di credere che ci sia ancora spazio per lui nel mercato dei libri firmati. Il suo è un addio amaro ma dignitoso, che lascia aperta una riflessione urgente sul senso della pubblicazione nell’epoca della sovrapproduzione e della visibilità ad ogni costo.