"Vitale garantire la sostenibilità della gestione. Non vogliamo ridurre la produzione. D'altra parte siamo all'ultimo posto nei finanziamenti dello Stato"
"Il nuovo riassetto dei teatri in Italia prevede che fra le Fondazioni liriche e i teatri di tradizione, venga inserita una fascia intermedia, quella dei teatri lirici. Il rischio è che le Fondazioni liriche non in regola con gli adempimenti di legge finiscano declassate il che porterebbe a una contrazione della produzione con tutte le relative conseguenze". Così il sovrintendente del teatro Carlo Felice di Genova Michele Galli intervenendo all'incontro "Professione musica" organizzato dal "Centro Paganini" nella sede del Conservatorio "Niccolò Paganini".
"Venerdì scorso - ha spiegato Galli - abbiamo chiamato a raccolta il mondo imprenditoriale perché il teatro ha bisogno di tutta la città per poter continuare ad agire e diventare davvero il luogo di tutti". I conti non sono positivi. Il Teatro ha 258 dipendenti stabili oltre agli aggiunti. Le entrate sono 23 milioni di euro (11 dallo Stato, 3 dalla Regione, 4 dal Comune, 2,4 dalla biglietteria e il rimanente dai due soci privati Iren e Passadore). Le uscite raggiungono quota 25 milioni. "E' necessario garantire la sostenibilità della gestione in senso lato del Teatro - ha detto Galli - Non vogliamo ridurre la produzione. D'altra parte siamo all'ultimo posto nei finanziamenti dello Stato, abbiamo una città di 570 mila abitanti e un teatro di oltre 2000 posti che è fra i più grandi d'Italia: se a uno spettacolo vengono mille spettatori, copriamo metà della sala, ma in quasi tutti gli altri teatri italiani sarebbe un esaurito".
"I custodi del faro", questo il nome attribuito agli imprenditori che parteciperanno alla cordata non vanno limitati a aziende, società bancarie: "Anche le persone fisiche possono partecipare, ognuna con i propri mezzi, perché il Carlo Felice deve essere di tutti". Anche dei non udenti e dei non vedenti, per i quali ultimi si stanno studiando visite "tattili" precedenti gli spettacoli per renderli partecipi comunque della vita del teatro. Lo sforzo dell'attuale vertice ha dato qualche risultato in termini di abbonamenti. Alla scorsa stagione sinfonica erano abbonate 117 persone, ora 350. Gli abbonati complessivi (sinfonica e lirica) erano 1371, ora 1900: un dato lontano dalla stagione precovid (3100) ma che segna comunque una inversione di tendenza dopo la negativa gestione precedente.
"Manca - conclude Galli - un processo di efficientamento energetico. Noi spendiamo 1 milione l'anno solo per i consumi. Il mio sogno è fare del Carlo Felice il teatro effettivo di tutta la città e della regione e conto di investire molto sul Teatro della Gioventù che dovrà essere il palcoscenico privilegiato per le tante realtà locali"
