Fatturato stabile a 115,8 miliardi, ma il settore logistico soffre per la mancanza di forza lavoro e visione strategica complessiva


Il settore logistico italiano chiude il 2023 con un fatturato di 115,8 miliardi di euro e una crescita dello 0,7%. Tuttavia, l’assenza di una governance strategica e i problemi legati a forza lavoro, infrastrutture e transizione ecologica mettono a rischio la competitività del comparto, come sottolineato dal presidente di Confetra, Carlo De Ruvo, durante l’Assemblea pubblica a Roma, come riporta Ferpress. 

Mancanza di forza lavoro – Uno dei problemi principali è la carenza di personale qualificato. Secondo l’IRU, in Italia mancano 22.000 autisti, mentre il deficit coinvolge anche operatori logistici, macchinisti e spedizionieri. “Abbiamo un serio problema di ricambio generazionale”, ha affermato De Ruvo.

Conflitti e geopolitica – Le tensioni internazionali, come il conflitto israelo-palestinese, hanno modificato le rotte delle merci, penalizzando i porti italiani e aumentando i tempi di transito. Anche il cargo aereo cresce (+16,5% in Italia nel 2024), ma senza una visione strategica, il settore non sfrutta appieno il suo potenziale.

Criticità infrastrutturali – La manutenzione dei valichi alpini e i cantieri del PNRR aggravano la situazione. Il Brennero, con limitazioni che costano 2 miliardi di euro l’anno, è emblematico di un sistema che manca di pianificazione.

Decarbonizzazione e fiscalità – Confetra critica l’approccio alle politiche green, giudicate poco realistiche e prive di valutazioni sull’impatto economico. Inoltre, l’associazione promuove l’inversione contabile dell’IVA per combattere l’evasione fiscale e alleggerire il carico sulle imprese.

La governance – “Serve una visione strategica che consideri l’intera filiera logistica e l’impatto delle decisioni istituzionali”, ha concluso De Ruvo, sottolineando la necessità di interventi coordinati a livello nazionale ed europeo.