Nonostante le difficoltà, il settore dei terminal container rimane fondamentale per l'economia portuale italiana

Nel 2023 i principali terminal container italiani hanno registrato una diminuzione complessiva dell’1,6% nelle movimentazioni di contenitori, passando da 9.993.292 a 9.828.893 TEU (Twenty-foot Equivalent Unit). Questo dato, reso noto nell’analisi economico-finanziaria dei terminal container pubblicata dal Centro Studi Fedespedi, rispecchia una flessione del traffico anche a livello nazionale, con una diminuzione del 2,4%, che ha fatto scendere il totale nazionale da 11.570.173 a 11.295.845 TEU. Una tendenza che evidenzia difficoltà per il settore portuale italiano.

Performance dei terminal - La flessione del traffico container ha avuto un impatto diretto sulle performance economiche delle società terminaliste. Fedespedi sottolinea che nel 2023, le società terminaliste hanno registrato un fatturato complessivo di 820,8 milioni di euro, segnando una riduzione del 20,6% rispetto ai 1.034 milioni dell’anno precedente. Il risultato finale si è attestato a 71 milioni di euro, con una contrazione netta del 44,5%. La diminuzione delle movimentazioni e la riduzione dei ricavi testimoniano le difficoltà del settore, che ha dovuto fare i conti con un calo generale delle merci movimentate.

Terminal più efficienti - Nonostante il calo complessivo, alcune strutture portuali hanno segnato risultati positivi. In particolare, i terminal di Savona Vado Gateway (+40,3%), La Spezia Terminal del Golfo (+13,9%) e Venezia Terminal Container (+10,6%) hanno registrato incrementi significativi nelle movimentazioni. Questi terminal si sono distinti per performance superiori alla media, dimostrando una resilienza e una gestione efficiente, nonostante le difficoltà globali del mercato.

Terminal in difficoltà - Al contrario, alcuni terminal italiani hanno registrato un netto calo nelle movimentazioni. I terminal di Genova Bettolo (-30,5%), Terminal Intermodale Venezia (-32,7%) e Ancona (-33,7%) hanno registrato riduzioni significative, penalizzati da una diminuzione della domanda o da problematiche interne che hanno influito negativamente sulle loro operazioni. Questi risultati evidenziano la disparità tra i diversi terminal italiani, con alcune strutture che hanno faticato a mantenere il passo in un anno già difficile.

Implicazioni per il futuro - Nonostante le difficoltà, il settore dei terminal container rimane fondamentale per l'economia portuale italiana, che gestisce una parte consistente del traffico marittimo europeo. I 19 terminal analizzati da Fedespedi rappresentano l'87% del totale italiano, operando su una superficie di 5,763 milioni di metri quadrati e utilizzando 117 gru di banchina. La sfida per il futuro sarà quella di recuperare il terreno perduto, potenziando le infrastrutture e migliorando l’efficienza operativa, per affrontare le difficoltà globali e stimolare la crescita nei prossimi anni.