Focus di Asl 3 e Anci Liguria e Federsanità: "Screening di prevenzione in allargamento ad altre fasce d'età"
L'importanza della prevenzione nel tumore al seno: se ne è discusso questa mattina nella sala Piccardo di Anci Liguria, nel corso del nono di un ciclo di 10 incontri a Palazzo Ducale per la promozione dei corretti stili di vita, promossi dal Dipartimento Educazione a corretti stili di vita e programmi di comunità Asl3, diretto dal prof. Gianni Testino, Anci Liguria e Federsanità Anci Liguria.
Nel 2024 sono state oltre 53mila, in Italia, le nuove diagnosi di carcinoma mammario. “Il tumore alla mammella è il più frequente nelle donne – afferma Nicoletta Gandolfo, Direttrice Dipartimento Immagini Asl3 e S.C. Radiologia Ospedale Villa Scassi - la messa in atto di azioni preventive è importante poiché una diagnosi precoce impatta in maniera significativa sulle possibilità di guarigione e di prognosi della paziente”.
Esistono due forme di prevenzione: “La prevenzione primaria è l’informazione, la sensibilizzazione alla popolazione sui corretti stili di vita da adottare per ridurre l'incidenza della malattia – prosegue Gandolfo - ma per quanto riguarda il tumore alla mammella esiste anche una prevenzione secondaria, la diagnosi precoce per ridurre la mortalità, mediante lo screening mammografico organizzato: in particolare, Asl3 si occupa della prevenzione a tutte le donne di età compresa dai 50 ai 74 anni, ma stiamo facendo di tutto per cercare di estendere questa fascia anche ai 45 anni; le donne al di sotto di questa età possono comunque accedere ai nostri servizi diagnostici, con esami a seconda dell'età e della sintomatologia, che possono essere ecografie per le donne più giovani e, dopo i 40 anni, la mammografia”.
Fattori di rischio - “Innanzitutto il corretto stile di vita, che implica un'attività sana dal punto di vista alimentare, niente alcol né fumo, sì all’esercizio fisico ma soprattutto sottoporsi ai controlli. Poi ci sono altri fattori di rischio che possono essere la densità mammaria, cioè seni estremamente densi, correlati magari a una familiarità o, fortunatamente, più raramente, a mutazioni genetiche: in questi pazienti abbiamo dei percorsi analizzati con delle indagini diagnostiche più sofisticate, come la risonanza magnetica, e sta entrando ormai nell'uso quotidiano anche la mammografia con mezzo di contrasto”.
"Prevenire è curare meglio, quindi le donne devono approfittare di tutte le possibilità di prevenzione che l'Asl e che la Breast Unit di Asl3 mette in atto: dallo screening organizzato alla possibilità di garantire l'urgenza entro le 72 ore con un numero dedicato, ma poi soprattutto effettuare i controlli e rivolgersi in strutture come i centri di senologia, che sono decretati a livello ministeriale, perché è provato che rivolgersi a questi centri dove ci sono più professionisti che si occupano di diagnosi e di cura e anche di controllo e di prevenzione è sicuramente meglio che in centri dove non c'è personale dedicato", conclude Gandolfo.