Ex Ilva, il giorno più lungo: vertice al ministero, sindacati frammentati, sindaco di Taranto critica divisione Nord-Sud

Scritto il 28/11/2025
da Redazione

Bucci e Salis tra le personalità convocate dal ministro Urso, per decidere la strada da seguire per l'azienda siderurgica

Il nuovo incontro convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla crisi dell’ex Ilva si apre in un clima carico di tensione politica e sindacale. Il sindaco di Taranto, Piero Bitetti, è presente alla riunione “per dovere istituzionale”, precisando però che non condivide l’impostazione scelta dal Governo. Bitetti si è infatti allineato alle criticità sollevate dalle sigle metalmeccaniche che chiedono che il confronto venga trasferito direttamente a Palazzo Chigi, considerata la gravità della situazione.ù

Al vertice sono state convocati anche i rappresentanti istituzionali di Liguria, Piemonte e Puglia, con il presidente della Regione Marco Bucci e la sindaca di Genova Silvia Salis, con una struttura dell’incontro che prevede una prima sessione dedicata esclusivamente ai siti del Nord e una seconda plenaria. È proprio questa impostazione a generare forti critiche, come quelle del sindaco Bitetti, che teme un futuro sempre più incerto per quello che dovrebbe essere il cuore dell’acciaieria italiana.

Il primo cittadino ha annunciato un gesto simbolico: “Sarò al Ministero alle 15 e non alle 16, perché non accetto un’artificiosa separazione dei livelli di discussione tra Nord e Sud”. Secondo Bitetti, dividere il confronto rischia di aprire la strada a una “vendita a pezzi” del gruppo siderurgico, danneggiando Taranto e mettendo contemporaneamente in difficoltà molte filiere industriali del Nord che dipendono dall’acciaio prodotto nello stabilimento pugliese. “Così si metterebbe fine all’idea stessa di un polo siderurgico nazionale”, ha avvertito.


Nel frattempo, la spaccatura all’interno del fronte sindacale si è fatta ancora più evidente. Al tavolo convocato dal ministro Adolfo Urso parteciperanno solo Fim Cisl e Usb, mentre Fiom Cgil e Uilm hanno annunciato che non saranno presenti. In una nota congiunta, Fiom e Uilm accusano il Governo Meloni di voler tirare dritto sul “piano corto” presentato l’11 novembre, che definiscono senza mezzi termini “un progetto di chiusura”. Le due sigle sindacali spiegano che non torneranno al tavolo finché quel piano non verrà ritirato e finché la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non deciderà di assumere un ruolo diretto nella trattativa, richiesta avanzata da settimane senza esito.


Fiom e Uilm denunciano inoltre che, nonostante le mobilitazioni e gli scioperi in tutti gli stabilimenti, “la gestione commissariale sta procedendo con le attività preparatorie alla chiusura totale degli impianti, a partire dai siti del Nord”, e segnalano che “si sta pianificando lo stop delle cokerie dal primo gennaio”.