Sampdoria, il banco è saltato: servono subito 80/100 milioni

Scritto il 15/05/2025
da Roberto Albisetti *

Gli attuali investitori devono confermare se possono sostenere questo sforzo finanziario

In tanti ci chiediamo come potrebbe evolversi il controllo della Sampdoria, sinora saldamente in mano a Matteo Manfredi tramite Blucerchiati, con un ruolo di amministratore unico di fatto. Cadere in serie C è uno shock, un danno reputazionale ed economico per la città, non solo una delusione per i sampdoriani.

Il senato romano castigava gli imperatori incapaci o colpevoli di nefandezze alla damnatio memoriae, ordinandone la cancellazione del nome da monumenti e atti pubblici. Nella breve storia sportiva della Samp, questa sorte già toccata a Ferrero, la meriterebbe anche il gruppo di calciatori e dirigenti di cui Manfredi è stato il leader indiscusso.

Gli azionisti del club dovranno ricapitalizzare la Sampdoria per continuare a onorare il prestito ristrutturato, oltre a coprire le perdite di gestione e quelle conseguenti alla seconda retrocessione in tre anni, riuscita a pochi predestinati. Se va bene, gli investitori dovranno finanziare altri 2-3 campionati in serie C e B, prima di tornare in seria A, per recuperare il valore e la reputazione del Club.

Adesso Il banco è saltato, lo scenario più negativo si è avverato. Non ci siamo sorpresi.

E’ verosimile che gli amministratori della Samp non abbiano preso in considerazione questo scenario pessimista sino a gennaio, quando i rovesci sportivi e l’abulia della squadra evidenziavano una crisi apparentemente irreversibile. La reazione molto tardiva della dirigenza, per cercare di invertire la tendenza, e gli sforzi generosi dei nuovi dirigenti sportivi, non hanno prodotto il miracolo di cambiare radicalmente l’atteggiamento della squadra.

E’ difficile stimare quanto costerà questo cambio di rotta dovendo partire dal campionato di serie C: occorreranno almeno altri 80-100 milioni per coprire le perdite attese dalla svendita dei pochi giocatori di proprietà a valutazioni inferiori rispetto al valore di bilancio, per coprire i mancati ricavi dei diritti tv e sponsors e per onorare il debito ristrutturato, nonché per trovare chi possa organizzare una nuova squadra capace d’imporsi in serie C.

Gli attuali investitori dovranno confermare se possono sostenere questo sforzo finanziario, in uno scenario che allontana parecchio l’aspettativa del ritorno economico prospettato da Manfredi. Normalmente, quando gli investitori professionisti perdono soldi in fretta, perdono anche la pazienza con chi glieli gestisce, nonostante esistano accordi che li vincolano nel medio-lungo periodo. L’attuale struttura di controllo della Samp consiste in un quasi-fondo che richiama quote di capitale dei soci investitori durante un periodo prolungato, senza offrire la possibilità di diversificare il rischio.

Se l’unico obiettivo d’investimento che è la Samp va male, il rischio aumenta rapidamente. I contratti di questo tipo solitamente includono una clausola, d’interpretazione controversa, (per curiosità in inglese si chiama material adverse change), che può essere invocata dall’investitore per dire alla controparte “guarda che le premesse sono cambiate radicalmente e dobbiamo ridiscutere alcuni aspetti del nostro accordo”.

Manfredi ha detto in passato che il suo piano di rilancio della Samp è a lungo termine, anche se nel business plan per la composizione negoziata aveva previsto di tornare in A quest’anno.

Cosa succederà ora? Il lavoro di Manfredi e del suo team si e’ complicato anche perchè l’ambiente che lo circonda è ostile. Il signor Tey è l’unico investitore veramente esposto ed è lontano, sinora non coinvolto nella società come previsto dai loro accordi. Ritirarsi in questo momento significherebbe perdere tutto o quasi l’investimento. Se Tey non fosse disponibile a continuare a investire, sarebbero guai per Manfredi e per la e Samp. Incluso dover andare dal giudice a dire che non abbiamo i fondi per ripagare i crediti ristrutturati.

Aprire una rinegoziazione con i creditori bloccherebbe il club ed esporrebbe alla liquidazione, cosi come chiedere una semplice concessione ai creditori per una pausa di pagamento di un anno (in termini tecnici, un waiver). Quindi bisogna continuare a onorare il debito e trovare i capitali a copertura. Nuovi investitori certamente non accetterebbero di entrare in Blucerchiati, lasciando il controllo a Manfredi.

Mi riferivo a questo quando dissi che la partecipazione di Gestio potrebbe essere diluita, se trovasse resistenza degli investitori a proseguire con il suo modello, anche se verosimilmente Manfredi si opporrebbe a questa pressione. Se entrassero investitori direttamente in Sampdoria, la diluizione ridurrebbe la partecipazione di Gestio, che diventerebbe un azionista di minoranza, restando la speranza di recuperare parte dell’investimento nel tempo, quando finalmente torneremo in serie A, oppure quando entrasse un vero socio di capitale forte, disposto a mettere sul tavolo 200 milioni per rilevare la Samp, che oggi e’ uno scenario teorico.

Allora lo scenario più realistico è che sia Tey ad aumentare il capitale, quando presto gli investitori dovranno effettuare nuovi versamenti. In quel momento Tey potrebbe chiedere a Manfredi di rinegoziare certe clausole degli accordi con Gestio, accettando di versare i prossimi milioni (tanti) solo direttamente nel Club, sottoscrivendo azioni di Sampdoria e non tramite Blucerchiati. Manfredi sa che la retrocessione aumenta questa possibilità, anche se ha stipulato contratti che tutelano il suo ruolo di manager gestore e amministratore tramite Gestio.

Tutto dipenderà dal loro rapporto di fiducia e dalla forza contrattuale delle parti, investitori (Tey) e la società di gestione (Gestio). Dato che Tey ha il 58% di Blucerchiati e Manfredi gli ha dato in pegno le azioni di Gestio in Blucerchiati (per garantire il prestito convertibile di 31 milioni di Tey a Blucerchiati), Tey ha già in mano il capitale di Blucerchiati, sebbene non controlli la società, perché Manfredi ha le deleghe di voto in Assemblea.

La trattativa tra Tey e Manfredi non sarà semplice, aspettiamoci comunque qualche cambio, perchè nella società Sampdoria non è escluso che cambino gli equilibri, o entrino nuovi soci e amministratori scelti da questi, che potrebbe ridurre il peso di Manfredi, che comunque continuerà nel CdA di Samp.

* Roberto Albisetti, banchiere, esperto di finanza e docente di economia. Vice di Mario Draghi in Sace a Roma, ha lavorato alla Banca Mondiale di  Washington, membro di consigli di amministrazione, è tifoso sampdoriano.