Sampdoria: addio a Garritano, il 'Rock'n'Roll robot' blucerchiato della promozione 1982

Scritto il 12/11/2025
da Stefano Rissetto

Amatissimo dalla Sud che gli aveva dedicato un coro, rimasto nel tempo tra i più popolari, ispirato alla canzone di Alberto Camerini

Infiniti sono i cori di tifosi ma tra i sampdoriani ce n'è uno riuscito a resistere al tempo. Ogni volta che in un locale la radio ritrasmette 'Rock'n'Roll' Robot' del geniale Alberto Camerini, cantautore milanese di radici ebraiche grande interprete degli anni Settanta, i cuori blucerchiati ripensano a Salvatore Garritano, scomparso nella sua Cosenza a 70 anni dopo una lunga lotta con una leucemia.

L'attaccante calabrese, vincitore dello scudetto nel Torino 1976, nell'estate di cinque anni dopo era stato uno degli acquisti di alto livello di Paolo Mantovani, decisissimo a riportare il Doria in serie A. Qualcuno nella Sud riprese la canzone di Camerini per adattarla così: "C'è poi quel tipo strano, vedrai ti piacerà, si chiama Garritano, ci porta in serie A, oh-oh-oh forza Sampdoria". E' uno dei cori rimasti nel tempo e l'affetto tra la Sud e l'attaccante è sopravvissuto nei decenni.

Restò al Doria una sola stagione, quella del ritorno in A dopo cinque anni, con 31 presenze in campionato e 4 gol ai danni della Cremonese a Marassi, della diretta concorrente Pisa all'Arena Garibaldi per una vittoria importantissima, della Cavese ancora a Marassi e dei grigiorossi allo Zini, per un altro successo in trasferta che rilanciava i blucerchiati, passati da Riccomini a Ulivieri, nella volata promozione dopo il ko di Varese, una volata chiusa senza sconfitte con la promozione matematica il 6 giugno 1982 dopo lo 0-0 con il Rimini. Pochi gol, ma due pesantissimi, e un temperamento generoso e combattivo.

Nato e cresciuto calcisticamente nella Morrone di Cosenza, Garritano portava con sé il carattere e la tenacia della sua terra. Esordì in Serie A nel 1974 con la Ternana, mostrando subito il suo fiuto del gol. Un anno dopo arrivò la chiamata del Torino, dove, al fianco dei “gemelli del gol” Pulici e Graziani, contribuì al trionfo tricolore con cinque presenze e una rete decisiva contro il Milan.

Dopo l’esperienza granata, Garritano vestì le maglie di Atalanta, Bologna, Sampdoria e Pistoiese, prima di tornare nella Ternana, il club dove tutto era cominciato, per dare una mano alla rinascita rossoverde e al ritorno in Serie C1. Un percorso ricco di sacrifici, segnato anche da un grave infortunio che ne limitò la carriera ma non la passione.

Negli ultimi anni Garritano aveva raccontato con lucidità e coraggio la sua battaglia contro una leucemia cronica e, in diverse interviste, aveva denunciato l’uso eccessivo di farmaci nel calcio degli anni Settanta e Ottanta. Parole che risuonarono come un atto d’amore per il suo sport, non come un’accusa. “Il calcio mi ha dato tanto, ma mi ha anche lasciato presto solo”, disse in una delle sue ultime apparizioni pubbliche, ricordando tra i suoi veri amici Urbano Cairo e Ciccio Graziani.

Zio del calciatore del Cosenza Luca Garritano, Salvatore era rimasto un punto di riferimento per tanti giovani calabresi che sognavano il professionismo. Un uomo schivo ma generoso, che non ha mai smesso di credere nella bellezza semplice del pallone. Che nella Genova blucerchiata sarà sempre il 'Rock'n'Roll Robot' della promozione che diede il via agli anni più belli.