IL presidente Francesca Ghio ha ricordato al microfono che il gesto non era conforme al regolamento
Scontro in consiglio comunale a Genova tra centrodestra e maggioranza di centrosinistra sulla commemorazione di Charlie Kirk, controverso attivista e opinionista americano, fondatore dell’organizzazione conservatrice Turning Point USA, ucciso in un agguato la settimana scorsa.
Durante la seduta odierna, i consiglieri del centrodestra si sono alzati in piedi e hanno osservato un minuto di silenzio non autorizzato, esponendo cartelli con la frase simbolo di Kirk: “Prove me wrong” (“Dimostrami che ho torto”). Un gesto di protesta contro il rifiuto, da parte della conferenza dei capigruppo, di approvare la commemorazione ufficiale.
A darne voce è stata Alessandra Bianchi, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha letto in aula una mozione d’ordine per chiedere il minuto di silenzio: “Abbiamo sperato che la maggioranza non scegliesse, per l’ennesima volta, l’ideologia alla forza delle idee – ha dichiarato – ma così non è stato”. La proposta era stata bocciata il giorno prima dalla maggioranza, scatenando le proteste dell’opposizione.
Bianchi ha parlato di “pietas umana negata” e di un “astio ideologico” nei confronti di chi, come Kirk, “sfidava la retorica del politicamente corretto con la sola forza delle proprie opinioni”. E ha concluso con un attacco diretto: “Ora, cari potenti di Genova, dimostrate che ho torto. Prove me wrong”.
Durante l’iniziativa del centrodestra, la presidente del consiglio comunale, Francesca Ghio, ha ricordato al microfono che il gesto non era conforme al regolamento: “La commemorazione non è possibile, non essendo stata approvata dalla conferenza dei capigruppo”.
A posteriori, Alessandra Bianchi commenta: "Abbiamo sperato, fino all’ultimo, che la maggioranza non volesse, per l’ennesima volta, scegliere l’ideologia alla forza delle idee, abbiamo voluto credere che la pietas umana potesse essere più forte dell’astio che da troppi giorni vediamo riversarsi sul brutale assassinio di chi, con la sola forza delle proprie opinioni, sfidava a viso aperto chi si nascondeva nella retorica del politicamente corretto, ma così non è stato” così commenta Alessandra Bianchi, capogruppo di FdI in Comune, il diniego del presidente del consiglio e della maggioranza di un minuto di silenzio per Charlie Kirk l’attivista freddato con uno dei proiettili su cui c’erano dei messaggi politici ben definiti.
“La colpa di Charlie Kirk – spiega – era quella di andare disarmato ideologicamente di fronte ai ragazzi di tutti gli Stati Uniti argomentando le sue tesi. Spesso si trovava delle barriere non solo culturali, ma ideologiche che di fronte alla sua logica si sbriciolavano lasciando muti e arrabbiati i suoi antagonisti come è successo oggi con il presidente di questo Consiglio e la maggioranza tutta”.
“Di fronte all’arroganza dell’odio politico abbiamo il dovere di non restare seduti – prosegue Bianchi spiegando il valore del gesto – e mutuando una canzone cara alla sinistra ci siamo alzati per difendere il nostro diritto, che è il diritto al dibattito, umiliato in quest’Aula anche dal presidente che ha preferito spegnere il mio microfono durante la mia mozione, il diritto alle opinioni, negate quotidianamente dal Sindaco e la sua giunta, il diritto a fare un’opposizione che non sia ridotta alla mera rappresentanza come ci vorrebbe la maggioranza che è entrata a Palazzo Tursi cantando quello che, da giovedì scorso, è un messaggio di morte. E ora, cari potenti di Genova, dimostrate che ho torto. Prove me wrong”.