A oggi, infatti, mancano adeguate tutele economiche e non è stato ancora erogato neppure il contributo dovuto per il fermo dell’ottobre 2024
Il fermo pesca previsto per ottobre e novembre 2025, misura essenziale per la tutela del mare e la sostenibilità delle risorse ittiche, sta lasciando senza reddito centinaia di lavoratrici e lavoratori delle marinerie liguri di Genova, Imperia, Savona e La Spezia.
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Pesca denunciano una situazione ormai insostenibile: “Non è accettabile che uno strumento indispensabile per proteggere l’ambiente marino si traduca in settimane a reddito zero per chi vive esclusivamente di pesca”.
A oggi, infatti, mancano adeguate tutele economiche e non è stato ancora erogato neppure il contributo dovuto per il fermo dell’ottobre 2024.
Le risorse attualmente previste non coprono nemmeno le necessità essenziali delle famiglie. I sindacati chiedono quindi interventi immediati e strutturali: indennità tempestive e dignitose per tutti i lavoratori coinvolti, estensione della CISOA anche alla pesca marittima, misure di sostegno alle marinerie liguri, tutela e riconoscimento del lavoro a terra – componente fondamentale della filiera.
"È urgente - sottolineano le organizzazioni sindacali - l’apertura di un tavolo di confronto tra Regione Liguria, Ministeri competenti e rappresentanze dei lavoratori. Mare e lavoro devono essere protetti insieme. Chi ogni giorno opera in mare condivide l’obiettivo della salvaguardia dell’ambiente, ma questo non può tradursi nell’abbandono di intere comunità costiere. Servono strumenti chiari, equi e duraturi per difendere reddito, professionalità e futuro della pesca ligure".