Ex Ilva, Rixi: "Serve un nuovo polo del Nord per l'acciaio, Genova ipotesi concreta"

Scritto il 04/07/2025
da F.S.

Il viceministro al Mit ribadisce: "Non si può pensare di chiudere la produzione d'acciaio in Italia"

Lo stabilimento di Genova Cornigliano come nuovo polo del Nord per la produzione dell'acciaio, secondo il viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi "è un'ipotesi concreta". 

Una soluzione di cui si era già parlato dopo il 'no' ricevuto dal Ministero del Made in Italy dallo stabilimento di Taranto al nuovo accordo di programma: "Il problema non è se esiste una lotta tra Genova e Taranto, il problema è che a Taranto quello che si sta dimostrando è l'assoluta impossibilità di produrre acciaio: non c'è più intenzione dei privati di investire su Taranto, non c'è garanzia da parte del pubblico che possa investire. Tutto cio' dimostra come oggi Taranto punti più alle risorse dovute alla bonifica che non alla produzione e al revamping dei siti industriali. E questo è un tema che rischia di bloccare tutta l'economia del paese" - afferma il viceministro a margine edl convegno organizzato da Uilm a Genova dal titolo 'Mare, logistica e Underwater'

Ecco perchè, secondo il Governo e secondo Rixi "va trovata una soluzione alternativa: creare un polo del nord sull'acciaio è un tema sicuramente che oggi deve essere messo in campo, perché è meglio avere un polo sul nord che non avere un polo che produce acciaio nel paese."

Secondo Rixi il tempo stringe per prendere una scelta necessaria: "Il continente europeo non può non produrre acciaio, e l'Italia, se vuole rimanere a essere la prima o la seconda economia manufatturiera europea, ha la necessità di disporre di acciaio: vanno garantiti investimenti nell'ordine di 2-3 miliardi di euro sugli attuali siti produttivi - tra cui Genova - e trovare una disponibilità tra pubblico e privato per il rilancio del settore dell'acciaio. Abbiamo poco tempo per riuscire a fare in modo che il nostro paese continui a produrre acciaio per il nostro filiare industriale. Non è una scelta del governo, trovare una soluzione è un'esigenza del paese"

Tra i poli del Nord, c'è proprio quello di Genova Cornigliano: "Io credo che sia un'opzione concreta, so che le sigle sindacali si stanno occupando di questo tema, so che c'è molto dibattito a livello nazionale. Noi possiamo accettare tutto, vedere tutto e non c'è nessuna posizione preconcetta, ma non si può pensare di chiudere l'acciaio in Italia, quello non è possibile: perché in prospettiva vorrebbe dire chiudere la navalmeccanica, chiudere in prospettiva le grandi opere, la filiera delle grandi opere, interi settori industriali, con una ricaduta occupazionale inimmaginabile per le future generazioni

Conclude Rixi: "O si torna a produrre a Taranto, o si produce da qualche altra parte"

Tavolo tecnico - Nel frattempo questa mattina a Roma il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, hanno presieduto a un incontro tecnico in merito all'approvvigionamento energetico necessario per il piano di decarbonizzazione dell'ex Ilva. Presenti all'incontro l'amministratore delegato di Snam, Agostino Scornajenchi, oltre ai rappresentanti degli uffici tecnici della società, del Mimit e del Mase.

Nel corso della riunione sono state esaminate tutte le possibilità di approvvigionamento di gas per gli stabilimenti dell'ex Ilva, sia in relazione alla realizzazione dei nuovi forni elettrici, sia degli impianti Dri (Direct reduced iron) "essenziali - si legge - per garantire l'autonomia strategica del nostro Paese".