La Fiom rende noti i contenuti del progetto illustrato ai sindacati. In arrivo un piano di decarbonizzazione e un impianto DRI a Taranto
Un piano di decarbonizzazione in quattro anni, “nel più breve tempo possibile”, e con la continuità produttiva garantita per consentire all’Italia di diventare “il primo Paese europeo a produrre solo acciaio”. È questa la strategia per il rilancio dell’ex Ilva, presentata dal governo ai sindacati e resa nota dalla Fiom.
Tra i punti principali, il ricorso alla cassa integrazione che passerà da 4.550 a 5.700 lavoratori, fino ad arrivare a 6.000 unità a partire da gennaio 2026, e l’apertura di negoziati con un nuovo potenziale acquirente estero, già al lavoro su una prima ricognizione dopo la firma di un accordo di riservatezza e l’accesso alla data room.
I punti principali del piano - Negoziati in corso. Oltre a Bedrock Industries e Flacks Group, è stato attivato un nuovo contatto con un operatore internazionale, che ha avuto un incontro “positivo” con il governo e ha chiesto ulteriori chiarimenti in vista di un’eventuale manifestazione d’interesse.
Gestione operativa. Dal 15 novembre 2024 a febbraio 2026, ADI avvierà una serie di interventi di manutenzione su AFO2, AFO4, Acciaieria 2, Treno Nastri 2, Rete Gas coke e agglomerato, oltre a lavori ambientali e sugli impianti marittimi. Da marzo 2026 saranno necessari ulteriori interventi, “auspicabilmente a cura del nuovo acquirente”, anche sull’altoforno AFO1 (ove dissequestrato).
Ciclo corto e fermate produttive. Dal 15 novembre 2025 partirà un nuovo piano operativo a ciclo corto, con rimodulazione dell’assetto produttivo. Dal 1° gennaio 2026 è previsto lo stop delle batterie di cokefazione, e da metà gennaio un avvicendamento tra AFO4 e AFO2, con un solo altoforno attivo per circa 20 giorni.
Cassa integrazione e sostegno al reddito. La rimodulazione delle attività comporterà un incremento del ricorso alla CIG con integrazione del reddito. Il governo presenterà una norma per garantire la copertura finanziaria dell’intervento.
Impianto DRI a Taranto. Il piano prevede la realizzazione di un impianto di DRI (riduzione diretta del minerale di ferro) entro quattro anni, con il supporto della Regione Puglia. Il governo garantirà le risorse necessarie e lavorerà per assicurare all’impianto e alla centrale termoelettrica una fornitura di gas a prezzi competitivi.
Tavolo Taranto. Il tavolo insediato al Mimit il 19 maggio ha individuato aree interne ed esterne al sito ex Ilva, destinate a progetti di reindustrializzazione. Sono allo studio oltre 15 proposte di investimento da parte di aziende italiane ed estere, che potrebbero concretizzarsi entro il quadriennio.
I sindacati: “Situazione al punto di non ritorno, serve chiarezza” - Alla luce dell’ultimo incontro con il governo, durato oltre quattro ore, i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm – Ferdinando Uliano, Michele De Palma e Rocco Palombella – hanno dichiarato la necessità di “fare chiarezza sui nodi della vertenza ex Ilva, ormai arrivata quasi a un punto di non ritorno”.