Disordini a Corvetto: Cgil "Lacrimogeni sui lavoratori come al G8", Coisp "Aggressioni preordinate contro agenti, escalation inquietante"
Nuova giornata di attesa per i lavoratori dell’ex Ilva, che guardano con speranza al vertice odierno a Roma. Conclusa l'assemblea dei lavoratori dell'ex Ilva dopo la giornata di ieri che li ha visti in corteo fino alla prefettura e alla stazione di Genova Brignole per rivendicare risposte dal Governo sul futuro dello stabilimento genovese. Gli operai hanno deciso di proseguire con il presidio a Cornigliano in attesa delle notizie che usciranno dall'incontro previsto oggi al Mimit tra il ministro Urso, la sindaca Silvia Salis e il governatore Marco Bucci.
Tutta la tensione di giorni e giorni di protesta da parte dei lavoratori dell'ex Ilva che pretendono risposte dal Governo sul futuro dell'acciaieria (oggi commissariata, ma in grado di produrre una latta zincata molto richiesta sul mercato) è deflagrata ieri davanti alla prefettura di Genova, blindata dalla polizia e quindi irraggiungibile. "Non abbiamo paura" avevano detto gli operai che avevano sospeso ogni azione per consentire alla città di 'respirare' per qualche ora dopo due giorni di blocchi del traffico. E senza paura hanno affrontato questo sciopero generale dei metalmeccanici: un lungo corteo (cinquemila secondo la Fiom Cgil, 4 mila secondo la questura) a piedi dal presidio di Cornigliano fino al centro della città 'guidati' da enormi ruspe e dal 'Dito' un enorme mezzo che serve in acciaieria per movimentare i coils di acciaio. "Genova difende l'industria" recitava lo stricione dietro al cordone di sicurezza organizzato dalla Fiom Cgil. Ma arrivati davanti alla prefettura hanno trovato la piazza blindata dalla polizia che aveva alzato le griglie d'acciaio per impedire loro di arrivare vicino al palazzo del governo. E' stato in quel momento, ma soprattutto quando le griglie sono state agganciate alla ruspa per essere trascinate via, che la tensione si è alzata. Ai lavoratori che urlavano 'lavoro, lavoro' e che con i caschi picchiavano contro l'acciaio delle griglie, alle bottiglie di plastica lanciate contro gli agenti la polizia ha risposto con i fumogeni, uno dei quali ha colpito alla testa un operaio, ferendolo. L'intervento della sindaca Salis che ha ricordato agli operai l'appuntamento di domani al Mimit con il governatore Bucci e il ministro Urso, le parole di Armando Palombo della Fiom, uno dei sindacalisti più riconosciuti in ex Ilva e la mediazione della digos hanno sciolto la tensione e il corteo, sempre guidato dai mezzi pesanti, si è diretto alla stazione Brignole. Una 'invasione' pacifica fin sulle banchine dei binari. Nessun binario occupato, ma per sicurezza Trenitalia ha dovuto cancellare qualche partenza e far aspettare qualche treno. E proprio alla stazione è arrivato anche il governatore Bucci: "lavoriamo con Taranto affinché il materiale arrivi a Genova ma dobbiamo cominciare a lavorare anche con altri produttori per avere a Genova altre forniture di acciaio che possano essere trasformate in latta e zincato, questa è un'azione che abbiamo cominciato a fare adesso, perché noi vogliamo essere sicuri che a Genova si lavori". A quel punto il corteo ha ripreso la strada per Cornigliano, per ricostituire il presidio attivo ormai da quattro giorni e per aspettare i risultati della riunione di venerdì. "Chiediamo a Meloni di convocarci al tavolo - chiede Michele De Palma, segretario generale della Fiom -, di fermare il piano di chiusura di fatto degli impianti ex Ilva e fare la società pubblica per poter realizzare il piano che il governo stesso aveva preventivato per gli impianti italiani dell'ex Ilva".
"La polizia lancia i lacrimogeni sui lavoratori ex Ilva a Genova e sui partecipanti al corteo cittadino dello sciopero generale del metalmeccanici, è una deriva reazionaria del governo" commenta la Cgil. Per il M5s "i lacrimogeni sparati dalla polizia contro gli operai ex Ilva sono la prova provata dell'incompetenza del ministro delle Imprese Urso e dell'ignavia della premier Meloni, a cui i sindacati hanno chiesto di prendere in mano il dossier senza però ricevere risposta" mentre per il Pd è "inaccettabile". E mentre FdI chiede alla sinistra di "non cavalcare la piazza" il Coisp sottolinea: "violenza mai vista prima". Anche l'associazione nazionale Funzionari di Polizia stigmatizza "i gravi episodi che si sono verificati ieri a Genova durante la manifestazione dei lavoratori ex Ilva, dove sono stati impiegati mezzi pesanti e non convenzionali per un corteo, tra cui ruspe e muletti normalmente utilizzati per il movimento dei coil di acciaio.
"Portare tali mezzi all'interno di una protesta pubblica - si legge nella nota di Enzo Letizia, segretario dell'Anfp - equivale a giocare con il fuoco: il loro utilizzo come strumento di pressione contro uno sbarramento di polizia non può in alcun modo essere considerato una forma legittima di rivendicazione sindacale o sociale".
"Se l'obiettivo era una prova muscolare - prosegue la nota -, questa scelta ricade interamente nella responsabilità di chi ha introdotto questi mezzi e di chi ne ha consentito la presenza nel corteo, assumendosi consapevolmente il rischio di una possibile escalation violenta, con potenziali conseguenze gravissime per l'incolumità di tutti". L'Anfp rivendica "l'operato professionale, prudente e ineccepibile delle autorità di pubblica sicurezza e dei dirigenti di polizia impegnati sul campo che, pur in presenza di una pressione intensa e di comportamenti aggressivi, hanno saputo gestire la fase più critica evitando il contatto fisico diretto tra manifestanti e operatori, contenendo l'azione violenta e impedendo che la situazione degenerasse in scontri corpo a corpo. Un intervento misurato e finalizzato alla tutela della sicurezza collettiva, dei manifestanti stessi e dei lavoratori delle forze dell'ordine. La libertà di manifestare è un diritto costituzionalmente garantito e pienamente riconosciuto; tuttavia essa non può trasformarsi in azione di forza né mettere in pericolo cittadini, lavoratori e operatori impegnati nel servizio di ordine pubblico".