Un nome che pesa nella storia recente di Genova, una carriera tra architettura e design, e oggi una delle deleghe più complicate: l’ambiente. Silvia Pericu, intervistata da Carlotta Nicoletti a Radar spiega perché ha scelto questa strada, quali sfide attende la città e quale futuro immagina per i giovani e per il territorio.
Scelta politica – Pericu racconta di essere stata a lungo considerata per l’urbanistica, ma di aver optato per l’ambiente per coerenza con il suo percorso: “Mi occupo da anni di innovazione sociale e di economia circolare, era la scelta più naturale”. Una decisione che molti hanno letto come rischiosa, ma che lei definisce “un atto di responsabilità verso la città”.
Ciclo dei rifiuti – La delega più delicata resta quella sui rifiuti. “La situazione è quasi emergenziale. Serve una scelta chiara e responsabile”, spiega, convinta che una figura “laica e civica” possa dare un contributo decisivo.
L’eredità del nome – Figlia dell’ex sindaco di Genova, Pericu vede il cognome come un vantaggio: “Ho vissuto da adulta il suo impegno civico, un valore che abbiamo respirato tutti in famiglia”.
Economia circolare – Il suo approccio amministrativo nasce dall’esperienza accademica e internazionale: valorizzare materiali esistenti, creare nuovi lavori, potenziare i centri del riuso. Anche l’“urban mining” è tra le opportunità: il recupero di terre rare da piccoli RAEE.
Rigenerazione urbana – Accanto ai materiali, anche gli spazi: dall’ex caserma Gavoglio agli immobili sottoutilizzati, “la sfida è coinvolgere comunità, investitori e istituzioni”.
Genova del futuro – Pericu vede una città fondata su qualità ambientale e qualità della vita. E confessa: la scelta politica è nata anche pensando ai figli lontani, “che forse non avrebbero opportunità per tornare”.