Il progetto del governo trasferirebbe la linea di zincatura allo stabilimento di Novi Ligure e ridimensionerebbe l’organico
I lavoratori dello stabilimento ex Ilva di Genova Cornigliano si sono riuniti questa mattina in assemblea per valutare nuove iniziative di protesta dopo il piano presentato dal governo venerdì scorso, che prevede una significativa riduzione delle attività produttive nel sito genovese. Alle 9 è partito il corteo diretto verso Levante, con immediate modifiche alla viabilità cittadina.ù
I lavoratori dell'ex Ilva di Cornigliano, al termine dell'assemblea, hanno deciso di riprendere la lotta sospesa giovedì scorso con l'annuncio della convocazione al tavolo del Mimit, proclamando uno sciopero immediato. In corteo, con alcuni mezzi pesanti, hanno lasciato lo stabilimento e si sono recati alla stazione di Genova Cornigliano dove è in atto il presidio. I lavoratori hanno annunciato di non volersi spostare fino a quando non ci saranno novità.
Secondo quanto comunicato dal Mimit, il progetto comporterebbe il trasferimento della linea di zincatura allo stabilimento di Novi Ligure e un ridimensionamento dell’organico: 585 addetti resterebbero operativi, mentre altri 70 verrebbero destinati alla formazione.
Nell'incontro di giovedì scorso, il ministro Urso ha chiarito che non è previsto alcun aumento della cassa integrazione per il gruppo, smentendo di fatto quanto era stato indicato in precedenza ai segretari nazionali. Nel corso del vertice ha anche fatto il punto sulla situazione relativa alla futura proprietà del gruppo: al momento ci sono due soggetti ufficialmente interessati, uno dei quali avrebbe manifestato la volontà di rilevare l’intero complesso industriale. A questi si aggiunge un terzo soggetto che ha presentato una manifestazione di interesse per la gara e la possibilità di un quarto soggetto pubblico italiano, che però dovrà formalizzare la propria posizione entro l’11 dicembre. I commissari hanno poi aggiornato i presenti sulla situazione occupazionale del sito di Genova, fornendo dati precisi: 280 lavoratori saranno collocati in cassa integrazione, 70 saranno coinvolti in percorsi di formazione e 585 continueranno a operare all’interno dello stabilimento.
Un quadro che non ha rassicurato i sindacati, già preoccupati per l’incertezza che avvolge il futuro dell’intero gruppo. Lunedì si svolgerà una nuova assemblea, per rafforzare la richiesta di un impegno diretto del presidente del Consiglio.