Si arroventa la polemica politica, Berrino, Bianchi e Cavo contro le contraddizioni Pd. I dem: "Mai ambigui"
I pc nascosti nell'intercapedine ricavata all'interno di una parete in cartongesso, diverse chiavette Usb, la bandiera di Hamas, diverso materiale informativo. E soprattutto soldi, tutti in contante, oltre un milione di euro. Le 17 perquisizioni effettuate dalla Digos e dalla Gdf subito dopo il blitz nell'inchiesta sui finanziamenti ad Hamas che ha portato all'applicazione di 9 misure cautelari, tra cui una per il presidente dell'Associazione dei Palestinesi in Italia Mohammad Hannoun, hanno fornito diverso materiale che gli investigatori definiscono "particolarmente interessante", in attesa di poter 'aprire' pc e telefonini degli arrestati.
Nel blitz sono state arrestate 7 persone mentre altre due sono latitanti e si troverebbero in Turchia e a Gaza. Ma gli indagati sono molti di più: oltre 20 e tra loro ci sono anche i familiari di Hannoun, la moglie e due figli: secondo la procura di Genova che ha coordinato le indagini sarebbero stati consapevoli della destinazione reale dei fondi raccolti e, almeno nel caso dei figli, avrebbero in qualche occasione tenuto contatti o trasportato il denaro. Oltre a loro, risulta indagato anche uno studente del Lodigiano poiché è nella sua abitazione che sono stati trovati i 3 pc nascosti nel muro, la direttrice dell'agenzia di stampa 'InfoPal', la torinese Angela Lano, 62 anni, giornalista e orientalista, considerata responsabile della propaganda in Italia e Mahmoud el Shobky, 56 anni, secondo gli inquirenti referente dell'associazione per la raccolta del denaro in Piemonte, nell'area della costa adriatica, in Sicilia e in Sardegna. E non è escluso che l'elenco possa allungarsi nei prossimi giorni, dopo gli interrogatori di garanzia davanti alla gip Silvia Carpanini.
Al momento non sono stati ancora fissati ma è probabile che si svolgeranno a partire da martedì. Saranno quasi tutti in videocollegamento ad eccezione di quello di Hannoun, detenuto nel carcere genovese di Marassi. Il presidente dell'associazione dei palestinesi, quello che è considerato dagli inquirenti membro del comparto esterno e al vertice della cellula italiana di Hamas, vedrà lunedì in cella i suoi avvocati. Che però hanno già fatto capire quale sarà la linea difensiva. Le accuse, dicono Dario Rossi, Emanuele Tambuscio e Fabio Sommovigo, sono "largamente costruite su elementi probatori e valutazioni, anche giuridiche, di fonte israeliana". Dunque, proprio a causa delle provenienza, "non è possibile un reale e approfondito controllo su contenuti e rispetto dei principi costituzionali, convenzionali e codicistici di formazione della prova". In sostanza: non si sono elementi se non quelli forniti da Israele.
Sulla stella linea il legale di Rahed al Salahat, arrestato a Firenze: "è certo che raccoglieva fondi dai fedeli per destinarli ad attività caritatevoli in Palestina - spiega l'avvocato Samuele Zucchini - ed è indimostrata l'accusa di distrazione degli stessi fondi da tali impieghi a finalità terroristiche". I legali ribadiscono poi un altro punto che molti vicini alla causa palestinese hanno sollevato. "Il rischio piuttosto evidente è che azioni concrete di solidarietà alla popolazione palestinese martoriata siano interpretate come azioni di sostegno o addirittura di partecipazione, ad attività terroristiche, ammesso che tale qualificazione possa ritenersi e in che misura corretta".
In attesa del confronto tra indagati e magistrati, la destra attacca a testa bassa il centrosinistra per il "silenzio sul tema". "La sinistra dimostri di stare dalla parte della sicurezza" dice il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro mentre da FdI arriva la richiesta di un'informativa su Hannoun ai ministri Piantedosi e Tajani per la "superficialità delle opposizioni" sulla vicenda. Parole rispedite al mittente dal capogruppo M5S alla Camera Riccardo Ricciardi: "la cosa più squallida è che questa destra usa l'inchiesta per pulirsi la coscienza per la sua complicità nel genocidio. Se vogliono parlare di chi finanzia Hamas - chiosa - parlino anche di Netanyahu, che ora finanzia le costole dell'Isis'.
Berrino, Cavo e Bianchi critici col silenzio della sinistra - "A più di ventiquattr'ore dall'operazione delle forze dell'ordine che ha portato all'arresto di nove esponenti della galassia pro-pal accusati di finanziare Hamas, il sindaco di Genova Silvia Salis, e il Pd locale non hanno speso una sola parola sull'accaduto, sebbene l'indagine sia partita proprio dalla procura di Genova. La sinistra, purtroppo, non si smentisce: sempre pronta ad andare a caccia di inesistenti fantasmi fascisti, ma silente rispetto alla concretezza del pericolo dettato dal fondamentalismo islamico". Così in una nota il senatore di Fratelli d'Italia Gianni Berrino. Al parlamentare fa eco Alessandra Bianchi, capogruppo Fdi in Comune a Genova: “Rimango sconcertata, ma non stupita, dal silenzio della sinistra genovese che, a partire dal PD sino a tutta la giunta comunale, tace sull’arresto di Mohammed Hannoun con l’accusa di terrorismo nell’inchiesta che ha visto la nostra città protagonista della cronaca nazionale ed internazionale. Un silenzio ancora più colpevole è quello di Silvia Salis che abbiamo visto in testa ai cortei pro Pal, accogliere a braccia aperte Francesca Albanese, colei che giustifica gli attacchi alla Stampa, ma che in questo caso non ha speso nemmeno un minuto per un plauso, un ringraziamento alle forze dell’ordine per il loro operato. La prima cittadina di Genova che si è dimostrata loquace e sempre pronta a parlare quando c’era da lanciare finti allarmi sul ritorno del fascismo oggi preferisce tacere e trincerarsi in un silenzio ambiguo magari attendendo istruzioni sulle cose da dire che, magari, farà avere con la solita velina. Dopo aver trasformato Genova nella capitale del dissenso, delle tasse, dei no a tutto e delle proteste ideologiche non vorrei ora si proseguisse in questa folle escalation negativa”. Per parte sua Ilaria Cavo, coordinatrice nazionale NM, parlamentare e consigliere comunale di Genova, osserva: "Fa rumore l’assenza di prese di posizione da parte della Sindaca Salis e degli esponenti della sua maggioranza, sempre pronti a dare lezioni di morale, anche su fatti risultati poi completamente inventati. Stupisce questo profondo silenzio, quasi il tema non riguardasse la nostra città, eppure le indagini, a cui sono seguiti gli arresti di ieri che hanno rivelato un profondo radicamento nel Paese di una cellula terroristica filo-Hamas, sono partite proprio da Genova. Potremmo chiederne il motivo, ma già sappiamo la risposta: non è politicamente utile prendere le distanze. Continua quella doppia morale propria della sinistra per cui le violenze e i reati si condannano solo quando sono riconducibili, o apparentemente riconducibili, allo schieramento avverso, ma quando interessano cause a loro vicine si guardano bene dal biasimare e condannare. Noi, a differenza loro non ci siamo mai sottratti e mai ci sottrarremo dal prendere le distanze da ogni tipo di violenza o di sostegno alla violenza, da qualsiasi parte provenga. Potremmo definirci stupiti, ma la verità è che non lo siamo affatto”.
Pd "Mai ambigui" - "Il Partito Democratico non ha mai avuto ambiguità sul terrorismo e non le avrà mai". Cosi' in una nota Simone D'Angelo e Andrea Orlando, consiglieri regionali del Partito Democratico. "Bianchi e Berrino parlano a sproposito. Per noi, quando parla la magistratura, non si commenta, le indagini si rispettano. Se c'è chi ha usato soldi della solidarietà raccolti in Italia per sostenere Hamas, ha tradito la causa palestinese, che per noi è fatta di diritti, autodeterminazione e pace - proseguono -. Non prendiamo lezioni da nessuno, tantomeno da chi in questi giorni rivendica l'eredità del MSI, un partito nato dal nazifascismo, fondato da Giorgio Almirante, passato dalla Repubblica di Salò e dalle fucilazioni dei partigiani a coprire ambienti del terrorismo nero, in una pericolosa commistione tra eversione e istituzioni. Oggi Fratelli d'Italia usa le indagini di una magistratura che punta a smantellare per attaccare gli avversari e riscrivere la realtà, tentando di strumentalizzare questa inchiesta per criminalizzare le piazze che in questi mesi si sono riempite pacificamente, a difesa dei diritti del popolo palestinese. A sinistra le cose sono chiare, ieri come oggi. La nostra storia, soprattutto a Genova, parla da sola".