Bambù: superfood in cucina e alleato green per assorbire co2

Scritto il 17/09/2025
da Carlotta Nicoletti

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Non è un albero, ma una graminacea capace di crescere anche un metro al giorno. Il bambù si conferma una delle risorse naturali più versatili: dal cibo alla moda, dalle costruzioni all’energia, fino alla lotta contro la CO2. In Italia, a Padova, una startup punta a renderlo protagonista di una nuova economia circolare.

Alimento – In cucina il bambù compare soprattutto nei germogli, leggeri e ricchi di fibre. Diffusi nella tradizione orientale, iniziano a entrare anche nei menu fusion italiani e nei prodotti salutistici.

Casa e moda – Taglieri, posate, spazzolini ecologici, ma anche tessuti morbidi, traspiranti e antibatterici: la fibra di bambù viene usata nell’intimo e nell’abbigliamento sportivo, con un impatto ambientale ridotto rispetto al cotone.

Design ed edilizia – Leggero e resistente, il bambù è considerato l’“acciaio verde”. Sedie, tavoli, pavimenti e persino impalcature in Asia dimostrano la sua capacità di sostituire materiali più costosi e inquinanti.

Ambiente – Una pianta che cresce rapidamente e assorbe più CO2 rispetto a pini, faggi o abeti. Le radici, inoltre, rafforzano il terreno riducendo l’erosione. Può diventare biocarburante o carbone attivo per depurare acqua e aria.

Startup veneta punta sul bambù: entro il 2030 mille ettari per assorbire 800mila tonnellate di CO2

Trasformare il bambù in una risorsa agricola, ambientale ed economica: è l’obiettivo di Corte del Gallo, startup innovativa con sede a Padova che punta a piantumare entro il 2030 mille ettari di foreste di bambù gigante. Secondo i calcoli, questi impianti potranno assorbire fino a 800mila tonnellate di CO2, contribuendo in modo concreto alla lotta contro il cambiamento climatico.

Origini – Fondata nel 2022, Corte del Gallo si propone di valorizzare il bambù non solo come coltura agricola alternativa, ma anche come strumento di economia circolare. «La nostra principale attività è la coltivazione di bambù gigante e la piantumazione di nuove foreste» spiega Francesco Garbin, direttore tecnico.

Obiettivi – Finora sono stati realizzati 55 ettari, ma l’azienda punta a 100 entro il 2026 e a mille nel giro di cinque anni. Ogni ettaro, composto da circa 1.200 piante, può assorbire dalle 200 alle 400 tonnellate annue di CO2, con performance superiori a quelle di molte specie arboree tradizionali.

Metodo – Il progetto segue lo standard nazionale Uni PDR 156, che regola i parametri di coltivazione e certifica l’effettiva capacità di assorbimento. La verifica è affidata a enti terzi indipendenti. «Per garantire trasparenza e affidabilità abbiamo sviluppato anche una blockchain interna che registra ogni dato delle piantagioni» aggiunge Garbin.

Territorio – Nonostante lo scetticismo, il Veneto si sta rivelando un terreno favorevole. Le coltivazioni raggiungono diametri fino a dieci centimetri e altezze di dieci metri, dimostrando l’adattabilità del bambù anche in contesti non tropicali.

Prospettive – L’obiettivo di lungo termine è sviluppare una filiera completa, dal vivaio fino ai prodotti derivati, offrendo agli agricoltori colture alternative e più redditizie, con ricadute positive anche per l’ambiente e le comunità locali. L’obiettivo è di piantare 1.000 ettari entro il 2030, capaci di assorbire fino a 800.000 tonnellate di CO2. «Ogni ettaro, con 1.200 piante, rimuove dalle 200 alle 400 tonnellate all’anno» spiega il direttore tecnico Francesco Garbin. Il progetto prevede certificazioni UNI e tracciabilità tramite blockchain per garantire trasparenza.

Curiosità – Oltre ai suoi usi innovativi, resta l’alimento preferito dei panda giganti, che ne consumano fino a 20 chili al giorno.

Il bambù in cucina

Croccanti, leggeri e ricchi di fibre: i germogli di bambù, da sempre protagonisti della cucina orientale, iniziano a farsi strada anche in Italia. Un superfood che unisce gusto, proprietà nutrizionali e sostenibilità, come spiega il dietista Federico Zolezzi.

Proprietà – «Il bambù è un alimento con un basso apporto di grassi e zuccheri, ma ricco di fibre, vitamine e sali minerali» sottolinea Zolezzi. Le fibre favoriscono la salute intestinale, riducono l’assorbimento di colesterolo e zuccheri e aiutano a prevenire malattie cardiovascolari.

Effetti antiossidanti – I germogli contribuiscono a eliminare i radicali liberi, principali responsabili dell’invecchiamento cellulare. «Il loro contenuto di flavonoidi rafforza l’azione antiossidante», spiega l’esperto.

In cucina – Utilizzati come contorno, in insalate, zuppe o minestre, i germogli di bambù si adattano a molte ricette, comprese quelle vegane. Il loro sapore delicato e la consistenza croccante li rendono versatili e adatti anche a preparazioni innovative, dalla pasta ai prodotti da forno.

Proteine – Nonostante il loro valore nutrizionale, non possono sostituire del tutto fonti proteiche come la carne. «Per eguagliare le proteine contenute in 100 grammi di carne, servirebbero circa due chili di bambù» chiarisce Zolezzi, con un sorriso: «per i panda forse sì, ma non per noi».

Sicurezza e consumo – I germogli freschi devono essere cotti per eliminare eventuali tossine, ma quelli in commercio sono sicuri e già trattati. Inoltre, sono naturalmente privi di glutine e non interferiscono con l’assorbimento dei farmaci.

Futuro sostenibile – Oltre al consumo fresco, si stanno diffondendo farine di bambù per prodotti da forno e pasta. Un trend che potrebbe rafforzarne la presenza sugli scaffali italiani. «Non è la panacea di tutti i mali – conclude Zolezzi – ma all’interno di una dieta varia e bilanciata il bambù è un’ottima scelta».